86 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito
Covid 19

L’impatto economico dell’epidemia di Coronavirus: in Italia 1,6 miliardi in meno per il turismo

“L’epidemia di coronavirus probabilmente rallenterà la crescita economica mondiale nel breve periodo. Quanto al lungo periodo, è ancora troppo presto per dirlo”, ha detto la direttrice del Fondo monetario internazionale Kristalina Georgieva. Anche per l’Italia si prevede un impatto economico non indifferente, con 1,6 miliardi di euro in meno al settore del turismo e quello della moda che prevede già un trimestre in rosso.
A cura di Annalisa Girardi
86 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

Le vittime del coronavirus continuano ad aumentare, arrivando a quota 565. Cresce anche il numero di contagiati, che sale a 28.149 casi. In tutto questo, diversi Paesi hanno deciso di sospendere i voli da e per la Cina, nonostante l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) abbia sottolineato che la misura non sia affatto necessaria. Sono inoltre moltissime le aziende che hanno chiuso le proprie filiali in Cina per paura verso l'epidemia: ad esempio, le multinazionali Adidas e Nike hanno chiuso la maggior parte dei loro punti vendita spiegando che l'emergenza sanitaria sta pesando sul mercato in quella regione. Anche gruppi industriali, come Airbus, hanno scelto di sospendere l'attività nel Paese per questioni di sicurezza. Il coronavirus rischia dunque di avere un impatto economico non indifferente, anche a livello internazionale, se si considera che la Cina sia al momento la seconda economia più grande del mondo.

L'impatto del 2019-nCoV sull'economia cinese

La direttrice del Fondo monetario internazionale (Fmi), Kristalina Georgieva, non ha lasciato spazio ai dubbi: "L’epidemia probabilmente rallenterà la crescita economica mondiale nel breve periodo. Quanto al lungo periodo, è ancora troppo presto per dirlo". Già nel 2019 l'economia cinese risentiva del rallentamento internazionale e delle difficoltà causate dalla guerra commerciale con gli Stati Uniti: il livello di crescita ritenuto accettabile da Pechino è al 6,5%, ma alla fine dello scorso anno questo si era attestato al 6,1%. Con ogni probabilità i livelli saranno ancora più contenuti nel primo trimestre del 2020.

Nel giorno di riapertura delle borse dopo il Capodanno cinese, infatti, è subito risultata una perdita del 7,72% a Shangai e dell'8,41% a Shenzen. Come sottolinea l'Ispi, sono i tassi peggiori mai registrati dal 2015. Ma è ancora presto per comprendere a fondo quanto peserà il 2019-nCoV sull'economia cinese. Secondo l'agenzia di rating Standard&Poor's, le stime sul Pil della Cina saranno dell'1,5% più basse rispetto alle previsioni redatte a fine 2019. Inoltre, affermano gli analisti, bisognerà aspettare il 2021 per avere i primi segni di una ripresa.

Il contraccolpo per l'Italia e per l'Ue

E se Pechino si ritrovasse a pagare le conseguenze economiche dell'epidemia, per il resto del mondo si prevedono altrettanti contraccolpi. Vari settori ne risentirebbero: il turismo e la produzione industriale, così come importazioni ed esportazioni. "La paura del virus rischia di costare al turismo italiano almeno 1,6 miliardi di euro e oltre 13 milioni di presenze. E sono stime conservative: se la psicosi dovesse continuare il conto potrebbe essere ancora più salato", ha detto il presidente di Assoturismo Confescenti.

Ma non solo: anche il mercato del lusso e del Made in Italy si troverebbero a fare i conti con la difficoltà della Cina, uno dei suoi principali clienti. Il settore della moda italiano ha già previsto un trimestre in rosso al -1,5%. "Se la minaccia di una guerra commerciale fra Stati Uniti e Cina sembra essersi allontanata, il coronavirus ha invece aggiunto un nuovo strato di incertezza. Per questo continuiamo a monitorare da vicino come questi rischi si sviluppano e impattano il nostro scenario di base per l'economia", ha detto nel frattempo la presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde.

86 CONDIVISIONI
32803 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views