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Banca Popolare di Bari, a casa dell’ex presidente armi illegali e reperti archeologici

Reperti archeologici e persino armi da fuoco detenute illegalmente sono stati trovati nella casa di Marco Jacobini, ex presidente della Banca Popolare di Bari, nel corso della perquisizione effettuata nel giorno in cui è stato posto agli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione dell’istituto.
A cura di Davide Falcioni
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Reperti archeologici e persino armi da fuoco detenute illegalmente sono stati trovati nella casa di Marco Jacobini, ex numero uno della Banca Popolare di Bari, nel corso della perquisizione effettuata nel giorno in cui è stato posto agli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione dell’istituto, guidato da decenni dalla sua famiglia fino al commissariamento, il 13 dicembre 2019, con un buco di quasi 2 miliardi di euro. Lo si è appreso nel corso dell’udienza davanti al Tribunale del Riesame per la revoca della misura cautelare richiesta dai suoi avvocati.

La procura infatti ha presentato i verbali dei sequestri e un’informativa della Guardia di Finanza con il contenuto di telefoni e computer sequestrati agli indagati, quindi messaggi, mail e documenti, oltre ai verbali di sommarie informazioni testimoniali di alcuni dipendenti dell'istituto di credito ascoltati dagli inquirenti. L’udienza è stata quindi rinviata e ora i difensori degli indagati avranno due giorni di tempo per visionare la documentazione.

Marco Jacobini, suo figlio Gianluca, ex co-direttore della banca, ed Elia Circelli, responsabile bilancio dell’istituto di credito, sono agli arresti domiciliari e devono rispondere delle accuse di falso in bilancio, falso in prospetto e ostacolo alla vigilanza. L'ex amministratore delegato Vincenzo De Bustis Figarola, per il quale la procura aveva chiesto l’arresto, è stato invece sottoposto alla misura interdittiva dello svolgimento delle funzioni di manager nel settore per un anno

Mentre si svolgeva l’udienza, di fronte al Palazzo di Giustizia, si è tenuta la manifestazione di un gruppo di azionisti e risparmiatori della Banca Popolare di Bari riunitosi in un Comitato indipendente azionisti. “Siamo qui – hanno detto – per ringraziare e sostenere l’operato del dottor Roberto Rossi (il procuratore aggiunto che coordina l’inchiesta, ndr) nella sua azione di accurata indagine a carico della famiglia Jacobini, perché quanto commesso dai responsabili della banca emerga nella sua totalità. Vogliamo giustizia”.

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