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Donna uccisa a Carini, si complica la posizione dell’ex marito: trovato acido sul cadavere

Si complica la posizione di Marco Ricci, l’uomo accusato di avere ucciso l’ex moglie, Anna Scavo, all’interno del negozio di Carini (Palermo) in cui la donna lavorava. Sul luogo del delitto è stata trovata una siringa con dell’acido all’interno e la sostanza era anche sul volto e all’interno della bocca della vittima.
A cura di Susanna Picone
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Nel negozio di Carini, nel Palermitano, in cui è stata uccisa la trentaseienne Anna Scavo, è stata trovata una siringa con dell’acido all’interno. Acido che, secondo quanto ha accertato il medico legale, era anche sul volto e all’interno della bocca della vittima. Una circostanza che complica la posizione di Marco Ricci, l’uomo fermato con l’accusa di aver ucciso l’ex moglie. La presenza della sostanza sul corpo della donna fa pensare infatti che l’indagato abbia tentato di sfregiare la sua ex, che poi ha ammesso di aver colpito con un taglierino fino a ucciderla. Marco Ricci è stato fermato tre giorni dopo il delitto di Carini: l’uomo, che ha ammesso di aver colpito la ex moglie nel negozio in cui la donna lavorava, era stato iscritto nel registro degli indagati dopo il fatto ma era rimasto a piede libero, sia perché ricoverato in ospedale con ferite da taglio che a suo dire erano state causate dalla stessa donna, sia perché continuava a sostenere che era stata lei ad aggredirlo per prima dopo che lui aveva tentato di difendere il figlio quattordicenne.

Incongruenze nella versione di padre e figlio – Una versione confermata anche dal minorenne: entrambi, padre e figlio, avevano raccontato che nel corso dell'incontro (il ragazzo avrebbe voluto parlare con la madre e per questo si era fatto accompagnare da lei) la donna aveva avuto una discussione col quattordicenne e lo aveva aggredito col taglierino. Il padre, secondo questa versione, sarebbe intervenuto in difesa del figlio, ferendo alla gola accidentalmente e uccidendo la ex moglie. Due giorni fa però il procuratore aggiunto Annamaria Picozzi e il pm Giulia Beux hanno deciso di fermare l'uomo ritenendo il suo racconto lacunoso e con troppe incongruenze. Ora il gip, su richiesta del procuratore aggiunto, ha convalidato il fermo dell'uomo, accusato di omicidio volontario, e ha disposto la custodia cautelare in carcere.

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