1.171 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Diciotti, M5S vuole far decidere agli iscritti sull’autorizzazione a procedere per Salvini

Il M5s ha deciso di procedere alla consultazione on line della base, tramite la piattaforma Rousseau, per decidere quale posizione il Movimento dovrà prendere in merito al voto sul ministro degli Interni Matteo Salvini in giunta per le autorizzazioni per il caso Diciotti.
A cura di Annalisa Cangemi
1.171 CONDIVISIONI
Immagine

Il M5s ha deciso di procedere alla consultazione on line, tramite la piattaforma Rousseau, sulla posizione che il Movimento prenderà in merito al voto sul ministro degli Interni Matteo Salvini in Giunta per le autorizzazioni, chiamata a esprimersi il prossimo martedì per il caso Diciotti. Il 19 febbraio ci saranno le dichiarazioni di voto e probabilmente si voterà il giorno stesso. L'ipotesi di consultare la base era stata anticipata nei giorni scorsi. Non sarebbe stata fissata ancora una data, anche se in ambienti parlamentari si ipotizza, tra le altre, anche la data di lunedì. Il ministro degli Interni è accusato di sequestro di persona aggravato, per aver trattenuto per giorni 177 persone a bordo del pattugliatore della Marina militare italiana. Il voto dei grillini in Senato è determinante, ma rischia di spaccare la base. La posta in gioco è però alta: a rischio potrebbe essere proprio la tenuta dell'esecutivo giallo-verde.

L'idea era stata annunciata dal senatore Gianluigi Paragone, in un'intervista a Circo Massimo: "Forse la cosa migliore da fare in un passaggio del genere è coinvolgere gli iscritti, potremmo fare un referendum sulla piattaforma Rousseau, la decisione non può prescindere da una condivisione e una collegialità che va oltre il gruppo parlamentare".

Il presidente della Giunta per le immunità, Maurizio Gasparri ha proposto di votare ‘no' all'autorizzazione a procedere: "Alla luce delle argomentazioni fin qui evidenziate sottolinea l'opportunità che la Giunta proponga all'assemblea il diniego della richiesta di autorizzazione a procedere". Gli atti firmati dal premier Giuseppe Conte e dai ministri Luigi Di Maio e Danilo Toninelli, allegati alla memoria del vicepremier leghista, sono stati trasmessi dalla presidenza del Senato alla procura di Catania. L'intenzione dell'invio dei documenti era stata annunciata mercoledì scorso proprio dal presidente Gasparri.

I vertici del M5S continuano a ripetere che questo caso specifico non sarebbe in contrasto con l'anima del Movimento: "Noi siamo tradizionalmente a favore del ‘sì' per l'autorizzazione a procedere, ma questo è un caso particolare. Dobbiamo prima leggere e studiare le carte", ha detto Mattia Fantinati (M5s), sottosegretario alla Pubblica amministrazione. "Il caso di Salvini è un giudizio politico sul suo operato e quello del governo, per questo si deve decidere se abbia agito o meno nell'interesse generale e secondo le sue prerogative ministeriali", ha aggiunto. "Stiamo parlando, infatti, non della immunità dell'articolo 68 della Costituzione ma dell'articolo 96. Anche Conte e Di Maio hanno chiaramente detto che Salvini ha agito a nome del governo. Detto questo, aspettiamo il voto in giunta di martedì con serenità. Dopodiché, decideremo come votare, dopo aver letto il parere della giunta".

"Referendum sul codice penale? Quella del Movimento 5 Stelle è una pericolosa follia: non siamo più ai tempi di Pilato che chiede alla folla se graziare Gesù o Barabba. Abbiamo una Costituzione. Siamo in uno Stato di diritto. Se c'è responsabilità penale lo decide un giudice imparziale in un processo, dove l'imputato ha diritto di difendersi in condizioni di parità con l'accusa. Vale per tutti, compreso Salvini", l'accusa è partita da Andrea Maestri della segreteria nazionale di Possibile.

"Non c'è – ha aggiunto Maestri – scelta politica, né individuale né collettiva che possa giustificare la commissione di un reato. Ed è ancora più grave se a violare la legge è un alto rappresentante delle Istituzioni. Siamo al cospetto di una deriva al contempo oscena e pericolosa".

La presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, dalla Sardegna, ha ribadito: "Noi non siamo nel governo, ma abbiamo sostenuto le scelte su immigrazione e sicurezza. E diciamo no all'autorizzazione a procedere contro Salvini: indagine scandalosa. Continuo a dire che la soluzione non è chiudere i porti: l'unico modo è il blocco navale al largo delle coste della Libia. Dobbiamo impedire ai barconi di partire – ha continuato – se la Sea Watch è olandese le persone a bordo le deve prendere l'Olanda. Perché le deve prendere Italia? Si eviterebbe tutto questo can can che fa scatenare i buonisti e tutti i Fazio, Saviano, Boldrini". 

1.171 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views