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Di Maio: “Incontrare Salvini? Solo se non si parla di Berlusconi. Il centrodestra non esiste”

In un’intervista concessa al Fatto Quotidiano, Luigi Di Maio torna a parlare di un ipotetico accordo di governo con la Lega: “Se dobbiamo farlo per dirci Berlusconi sì, Berlusconi no, non serve. Io non voglio far saltare il tavolo, né con Lega né con il Pd. E voglio agevolare il lavoro del presidente della Repubblica nel trovare una maggioranza. Ma dobbiamo arrivare agli incontri con le condizioni giuste”.
A cura di Charlotte Matteini
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Un nuovo incontro con il leader della Lega prima del nuovo giro di consultazioni al Quirinale? Luigi Di Maio appare molto scettico sul punto e sembra non avere molta intenzione di vedere nuovamente Salvini per discutere di un ipotetico accordo di governo. In un'intervista rilasciata al Fatto Quotidiano, il capo politico del Movimento 5 Stelle ha spiegato: "La questione è molto semplice: ci vediamo per fare cosa? Dobbiamo chiarire un paio di premesse, e valgono sia per il Pd sia per la Lega. Prima di tutto, qualunque tipo di contratto di governo partirà dai nostri temi. Poi inizierà la contrattazione con gli altri". Proseguendo, Luigi Di Maio entra ancor più nel dettaglio e sottolinea: "Se dobbiamo farlo per dirci Berlusconi sì, Berlusconi no, non serve. Io non voglio far saltare il tavolo, né con Lega né con il Pd. E voglio agevolare il lavoro del presidente della Repubblica nel trovare una maggioranza. Ma dobbiamo arrivare agli incontri con le condizioni giuste".

La porta non sembra chiusa del tutto per Matteo Salvini, ma comunque il capo politico del Movimento 5 Stelle continua a porre delle condizioni che al momento il leader della Lega non sembra intenzionato a rispettare: "Salvini dovrebbe capire che la sua coalizione non gli vuole così bene, se voleva mandarlo a farsi impallinare. Per questo mi rivolgo alla Lega e non a tutto il centrodestra: perché è una coalizione che non esiste, in cui tutti dicono cose diverse".

Concludendo, Luigi Di Maio apre nuovamente al Partito Democratico e sottolinea di essere intenzionato a parlare con tutto il partito e non solo con una parte di esso: "Io mi rivolgo a tutto il Pd, come a tutta la Lega. Chiunque sottoscriverà il contratto di governo, dovrà garantire per tutto il suo partito. Non voglio spaccare nessuna forza politica o incentivare rotture".

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