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Delitto Garlasco, gli avvocati di Alberto Stasi denunciano: “Minacciati e pedinati”

I difensori di Alberto Stasi, condannato per l’omicidio di Chiara Poggi, hanno presentato denuncia ai carabinieri per violenza privata e stalking. Aperta un’inchiesta.
A cura di Susanna Picone
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La Procura di Milano nei giorni scorsi ha aperto una indagine a carico di ignoti per atti persecutori su presunti episodi di stalking nei confronti di Fabio Giarda e Giada Bocellari, difensori di Alberto Stasi, condannato in via definitiva per l’omicidio di Chiara Poggi avvenuto il 13 agosto 2007 a Garlasco (Pavia). L'inchiesta coordinata dal pm Alberto Nobili è stata avviata in seguito alla denuncia presentata ai carabinieri dagli avvocati di Stasi, che intanto è rinchiuso nel carcere di Bollate, dove sta scontando sedici anni per l'omicidio dell'allora fidanzata Chiara. Nel loro esposto Giarda e Bocellari avevano spiegato di essere stati vittime di intimidazioni da parte di persone a loro sconosciute con lo scopo di fermare indagini difensive che da tempo stanno portando avanti. Inoltre hanno segnalato di aver scoperto che qualcuno sarebbe venuto a conoscenza in anticipo delle loro mosse investigative finalizzate a trovare una verità alternativa a quella secondo cui è stato Alberto Stasi a uccidere Chiara Poggi nella villetta di famiglia.

La denuncia degli avvocati di Alberto Stasi

I legali di Stasi non hanno mai smesso di fare indagini difensive, né dopo la sentenza definitiva arrivata al termine di un lungo iter processuale, né dopo che nel marzo scorso il gip di Pavia ha archiviato l'inchiesta su Andrea Sempio, il giovane indagato dopo le indagini genetiche commissionate a un esperto dai legali di Stasi. Secondo quanto denunciato, durante questa attività investigativa sarebbero stati pedinati in auto e minacciati, anche con messaggi via mail.

Il delitto di Chiara Poggi a Garlasco

Chiara Poggi, 26 anni, venne trovata morta nella villetta in via Pascoli di Garlasco – dove viveva con i genitori e il fratello in quel momento in vacanza – la mattina del 13 agosto del 2007. A dare l’allarme fu proprio Alberto Stasi, all’epoca studente ventiquattrenne alla Bocconi. Stasi disse di aver trovato il corpo senza vita della fidanzata riverso sulle scale della cantina con il cranio fracassato. Alla sentenza definitiva sul caso si è arrivati dopo anni di misteri, indagini, processi, assoluzioni e condanne.

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