Valerio Scanu sulla condanna a Fabri Fibra per diffamazione: “Non ricordo manco come li ho spesi quei 70 mila euro”

Valerio Scanu ha parlato per la prima volta della condanna di Fabri Fibra per diffamazione nei suoi confronti. Il cantante di Tutte le volte che, canzone con cui ha vinto il Festival di Sanremo nel 2010, ha raccontato a La volta buona, intervistato da Caterina Balivo, come mai abbia deciso di sporgere denuncia contro il rapper, costretto a pagare 70 mila euro come ha confermato anche la Cassazione: "Tutte le varie parti risarcitorie si sono concluse in appello anni fa, la Cassazione, ultimo grado di giudizio, è l'ultimo a cui si sono appellati per vedere se ci fossero stati errori durante il processo" ha spiegato il cantante.
Perché Valerio Scanu ha querelato Fabri Fibra
Nella canzone A me di te, Fibra prendeva di mira, con un linguaggio volutamente scurrile, il sistema televisivo e i suoi prodotti, anche musicali, usando proprio Scanu, mai citato esplicitamente ma con un riferimento alla canzone vincitrice del Festival, come esempio: "Là si è trattato di un ragazzo di 22 anni che a un certo punto viene attaccato sui social – non sapevo che fosse stata fatta questa canzone, perché non seguo l'artista – e me ne dicevano di ogni, ma con cose indicibili. E io dicevo, ma perché mi dicono ste cose? E così, sono andato a fondo ed ho scoperto che era stato scritto questo testo nel quale venivo citato in uno scenario osceno e da lì è partita una causa, prima penale e poi civile".

Scanu continua a ricevere insulti
Per quanto riguarda la parte penale, continua Scanu, la controparte non ha fatto appello, cosa successa con quella civile: "Quando inizi a toccare la tasca cominciano a fare gli altri ricorsi: oggi se non fai così alla gente non gliene frega niente. La libertà d'espressione va benissimo in tutte le sue forme purché non vada a ledere la dignità altrui e io oggi mi rendo conto che non siamo ancora in un paese civile, perché continuano ad arrivare insulti e io continuerò a querelarvi" chiosa il cantante. Scanu conferma di non essersi mai incontrato con Fibra: "Il punto cosa non sono i 70 mila euro, io sono in una situazione privilegiata, guadagno bene, non ho bisogno di mangiare con questi soldi, non ricordo manco se li ho spesi e come. Non l'ho deciso manco io che fossero 70 mila, io ne avrei chiesti anche di più".
La difesa di Fabri Fibra
Nel 2016 Fabri Fibra parlò per l'unica volta di questa condanna, spiegando che "A Me Di Te è nato come un pezzo divertente, scritto in freestyle, è roba che non andrebbe presa sul serio, i nomi nel testo sono deformati, proprio per far ridere e per creare una situazione ironica", aggiungendo "Ho sempre criticato i personaggi di un certo tipo che arrivano sotto i riflettori grazie a mille strategie e scorciatoie televisive, nei miei dischi sono libero di poterlo fare, lo faccio nel mio stile e non credo di offendere o danneggiare veramente nessuno (…). Pensavo di potermi esprimere come meglio credevo perché sono un artista, ma logicamente se un testo del genere viene letto in un'aula di tribunale davanti a un giudice, il risultato cambia e di molto