Salmo: “Ho cercato tutta la vita di essere un duro, a 40 voglio essere una brava persona”

La presentazione di Ranch, il nuovo album di Salmo in uscita il prossimo 9 maggio, avviene in una modalità inedita: prima di parlare del progetto che è stato anticipato da On Fire, viene trasmesso su uno schermo i 16 video registrati per gli altrettanti brani contenuti nell'album. Come dirà lo stesso autore sardo, il continuum narrativo del disco si tradurrà anche in una sceneggiatura che unirà tutti i video, dal primo all'ultimo, in una sorta di lungometraggio utopistico. Sì, perché al centro del Ranch, c'è una sottile linea che collega l'isolamento forzato, il tracciare un primo bilancio della propria vita, ma soprattutto un'attenta autoanalisi. Con tutte le precauzioni del caso, i toni utilizzati nella descrizione di Ranch sembrano proiettare l'ascoltatore in un progetto da "lockdown": con sicurezza invece possiamo affermare che non è un disco completamente rap. Ma perché l'isolamento è uno dei temi fondamentali del disco?
Che cos'è Ranch e perché Salmo ha fatto un primo bilancio della sua vita
Perché Salmo svela che Ranch è un posto sicuro, isola felice, nata dopo un periodo particolare, un isolamento forzato nato dai lavori laterali del rapper sardo, come la registrazione di Blocco 181, la serie tv Sky Original, e Sottopelle, il suo primo libro: "Ha parallelismi con la serie, perché il personaggio si isola e va ad affrontare ai suoi demoni. Mi sono ispirato alla sua vita". Perché non solo rap? Perché "l‘aspetto cantautoriale potrebbe essere l'inizio di qualcosa: non volevo fare il classico disco solo rap. Un pezzo come Incapace lo volevo fare da tanto tempo, con chitarra e voce". C'è anche un passaggio su On Fire, il primo singolo estratto che contiene la voce di Maria Carta in Ave Maria Catalana: "È stato un segno quando ho visto che combaciavano le note della canzone con quelle di On Fire". L'autoanalisi in Ranch sembra aver capovolto anche il personaggio di Salmo, che all'inizio della conferenza sottolinea come per anni "ho fatto il deficiente sui social, ma poi tutto questo ha cominciato a pesarmi", arrivando adesso a tracciare un primo bilancio della vita: "Il rap ti da una scarica di ego, alcune volte pensi di essere anche un duro. Ho cercato tutta la vita di essere così, ma poi ho capito di essere una brava persona".
La presenza di Kaos come unico feat e l'importanza delle parole nel cinema e nelle arti
Il rap ritorna in alcuni macrotemi della lettura del disco, come la scelta di un unico feat, quello di Kaos, che chiude un cerchio: "La scelta di Kaos è doverosa, perché mi ha ispirato più degli altri. Ero un ragazzo timido, disagiato, con i denti storti. Vidi un live in VHS di Neffa in cui entrava Kaos, portando una foga, una rabbia incredibile. Volevo cantare così dal vivo e quella cosa è successa. Volevo restituirgli qualcosa che mi aveva dato all'inizio". E la discussione del rap prosegue anche sull'annoso tema dei testi, del peso delle parole, con Salmo che glissa così: "C'è questo problema della libera espressione: le persone dovrebbero dare meno peso alle parole. Il problema non è solo nella musica rap, ma anche nel cinema e nelle arti". Rispetto al recente passato, Salmo sottolinea come Ranch sia un disco nato guardando non più fuori, ma dentro la propria finestra, con brani come Crudele: "In Crudele racconto la mia famiglia, una storia che mio padre ci ha raccontato a pezzi e io li immaginavo, infatti è venuta molto spontanea".
La rivelazione come giurato di X Factor nel 2019
Sancho non è però esente da critiche, dal punto di vista dei video dei rapper, come quando sottolinea che "il mese scorso, i primi video in classifica in Italia avevano tutte location uguali, ma soprattutto in due c'erano rapper diversi che indossavano lo stesso vestito. C'è un problema di omologazione". Ma anche ai rapper infatti, dopo aver sottolineato l'esistenza di un sottobosco di "rapper fortissimi", indica nell'autenticità del proprio messaggio lo strumento di salvezza: "Alcuni non sono poi cosi bravi, non dicono quello che vivono, parlano di terze persone. Dovrebbero avere il coraggio di dirlo realmente: se tu sei uno sfigato dimmelo". E tra la descrizione del lungometraggio in cui il protagonista, che si trova nel 2070, affronta il mondo dopo la guerra tra esseri umani e l'intelligenza artificiale e la spiritualità dell'uomo, anche se professa di non credere in Dio, c'è anche la rivelazione su X Factor: "Nello stesso anno di Sfera Ebbasta (come giudice, 2019 n.d.r) ho fatto un provino di X Factor. Avevo davanti a me uno schermo e vedevo alcune esibizioni e poi dovevo commentarle con una figura sul palco".
Il Lebonski Park e il tour mondiale
"Ne avrei dovute fare tre, ne ho fatte 10: loro mi volevano e mi hanno offerto un milione di euro. In quel periodo interpretavo un personaggio molto forte in una serie e non potevo piangere in tv, cosa che avrei fatto forse, perché sono molto sensibile alla musica". E poi il Lebonski Park, il prossimo 6 settembre, un parco a tema pensato come "una festa di paese" a cui si aggiungerà anche il tour mondiale: "Finalmente partirò con un tour mondiale: ci doveva essere già nel 2020, ma è arrivato il Covid. Non vedo l'ora, lo stavo aspettando da tanto. Sarà anche bello perché lo faremo in club, una situazione che mi riporta al passato, da dove sono partito".