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Romito: “Napoli non è così vincente come si racconta, è precaria e mancano spazi per fare gavetta”

Post Tarantella è l’album d’esordio dei Romito, band napoletana che fonde folk, rock e lingua napoletana in un racconto di rinascita post-pandemia.
A cura di Vincenzo Nasto
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Romito, via Panamera
Romito, via Panamera

Post Tarantella è il primo album dei Romito, la band napoletana composta da Vittorio Romito (voce e chitarra), Andrea Pasqualini (chitarra), Carlo De Luca (chitarra), Nicola Papa (piano e sintetizzatori) e Walter Marzocchella (batteria). Un progetto pubblicato lo scorso 11 aprile 2025, e anticipato a gennaio da Verimmo che succere, in cui la contaminazione tra la lingua napoletana, il folk e il rock raccontano l'atto di rinascita. Infatti il progetto è stato scritto post-Pandemia: "Abbiamo pensato di unire post alla classica tarantella. Volevamo dare un senso post-apocalittico al disco, giocando anche come si fa nella pittura e nella poesia, quando una nuova era viene annunciata tramite un manifesto". Qui l'intervista a Vittorio Romito.

Perché Post Tarantella?

Volevamo trovare un titolo forte, d'impatto. Avendolo scritto post-pandemia, abbiamo pensato di unire il temine post alla classica tarantella. Volevamo dare un senso post-apocalittico al disco, giocando anche come si fa nella pittura e nella poesia, quando una nuova era viene annunciata tramite un manifesto.

C'è molta contaminazione nell'album, oltre ai suoni non propriamente tradizionali della musica classica napoletana, anche con il rap. Che esperimento ha rappresentato Generazione con Peppe Oh?

Abbiamo scritto un brano che voleva rimarcare le differenze generazionali. È autobiografico: arriva un momento in cui capisci che le cose nuove non ti appartengono più come prima. È stato un passaggio importante, rendersi conto che qualcosa di nuovo non parla più di te.

Anche musicalmente?

In parte sì. Nell’underground ci sono cose interessanti, ma io trovo più affinità con ciò che succede nel cinema e nelle arti visive. Credo che l'unica cosa in cui mi riesco a ritrovare del panorama napoletano siano i The Jackal. Incarnano quel tipo di genialità che ha fatto parte dei mostri sacri di questa città.

Verimmo che succere è il brano più personale di questo disco?

È una canzone un po' paracula, perché prendiamo una frase stereotipata napoletana e la utilizziamo come ritornello, sperando che il pubblico ce l'abbia già in testa. Vuole raccontare la capacità di adattarsi e affrontare i problemi con ironia. Non si tratta di evitare le difficoltà, ma di affrontarle col sorriso. È un invito a non ritirarsi ma buttarsi nella vita, anche con leggerezza.

Mentre ‘A cchiù bella ‘e tutt’e belle ribalta il ruolo della narrazione di una delle canzoni più importanti della musica napoletana.

Sì, ‘O Surdato ‘Nnamurato. È una canzone nata dal desiderio di raccontare Napoli, una città che amo profondamente. Racconta un tradimento, ma anche una fuga, un riflesso dei cambiamenti della città stessa. Napoli, come una donna, a volte tradisce, ma continui ad amarla.

C’è un tradimento che ti ha colpito più di altri?

La precarietà nei rapporti umani. Ho tanti amici costretti a lasciare Napoli per lavoro, e questa è la grande sconfitta. La città produce talenti, ma non riesce a trattenerli.

Napoli è spesso raccontata come una città vincente.

Napoli viene spesso raccontata in maniera trionfalistica, ma dietro l’immagine vincente ci sono problemi reali che si continuano a ignorare.

Mentre per la lingua napoletana?

Quando abbiamo iniziato, non c’era ancora questa esplosione del napoletano. È venuto naturale: il napoletano è la lingua dello stomaco, quella con cui esprimi i sentimenti più veri. Inoltre, si sposa benissimo con la musicalità delle parole e delle consonanti grazie alle tronche.

Ci sono abbastanza spazi musicali per crescere a Napoli?

Sempre meno. Tanti locali hanno chiuso e l’utenza è cambiata. Ci sono spazi per chi è già affermato, ma per chi vuole crescere è difficile. Noi siamo fortunati ad avere avuto sostegno e possibilità, ma servirebbe più spazio per la gavetta musicale.

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