Quello di Tropico è il successo dell’altra faccia musicale di Napoli

Il concerto di Tropico a Piazza del Plebiscito ha dimostrato, se ce ne fosse ancora bisogno, che le sfaccettature musicali di Napoli sono tante e che Davide Petrella oltre che autore stimato è anche un frontman di tutto rispetto.
A cura di Francesco Raiola
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Davide Petrella, alias Tropico, a Piazza del Plebiscito
Davide Petrella, alias Tropico, a Piazza del Plebiscito

Quindicimila persone si sono ritrovate a Piazza del Plebiscito, lo scorso 28 giugno, per celebrare Tropico, un nome che forse deve ancora trovare la sua piena dimensione a livello nazionale, ma che negli anni è cresciuto in maniera esponenziale, e da Napoli ha cominciato a trovare sempre più spazio anche oltre i confini campani. Eppure non stiamo parlando dell'ultima Big Thing del rap partenopeo, non siamo nel campo del neaomelodico né, tantomeno, di qualcosa che ricorda la canzone classica napoletana o il folk che per un po' ha caratterizzato la città per qualche anno. Tropico è un progetto pop fatto dall'autore di riferimento del pop nazionale.

Sì, perché di Davide Petrella – la mente del progetto – se ne parla soprattutto a ridosso di Sanremo o dell'estate, quando firma le canzoni che tutta Italia si trova a cantare. E questa veste di autore rinomato, amatissimo nel mondo della canzone italiana, ha cominciato a stargli quasi stretta, perché Petrella è, innanzitutto, un musicista, che ha cominciato con un gruppo, le Strisce, che ha conosciuto un momento di splendore, grazie anche alle attenzioni ricevute grazie a Myspace e a Mtv ma che pian piano si ridusseri. E Petrella cominciò a lavorare nell'ombra come autore, trovando il suo alter ego in Cesare Cremonini che per primo puntò fortissimo su di lui.

Nonostante non stiamo parlando di decenni fa, ma solo di qualche anni, il ruolo dell'autore di canzoni non era ancora così centrale nel dibattito che andasse oltre gli addetti ai lavori. Negli anni, però, le cose sono leggermente cambiate e adesso il nome di Petrella ha abbattuto la barriera degli addetti cominciando a farsi conoscere anche al di fuori della cerchia di giornalisti e addetti. Il cantautore e musicista napoletano, infatti, ha scritto per artisti come Fabri Fibra, Elisa, Emma Marrone, Elodie, Alessandra Amoroso, Blanco, Francesca Michielin, Guè, Mahmood, Rkomi, Ghali, Marracash, Sfera Ebbasta, Marco Mengoni etc, e tutti abbiamo cantato le canzoni scritte da lui (da Italodisco dei The Kolors a Casa mia di Ghali, per citarne un paio recenti). Eppure la penna di Petrella non serve solo terzi, ma anche a se stesso e lo fa con un gusto che non poteva lasciare insensibili troppo a lungo.

Da anni, infatti, Petrella sta tentando anche di trovare il giusto riconoscimento come frontman e cantante e Piazza del Plebiscito piena di persone ha dimostrato che questo sogno si sta avverando. "Non esiste amore a Napoli" del 2021 e l'ultimo "Chiamami quando la magia finisce" del 2023 sono i due album attorno a cui Petrella ha costruito il suo primo concerto nella piazza principale della sua città, chiamando con sé, però, anche artisti per cui ha scritto le canzoni, unendo le due sfaccettature della sua personalità. Tropico rappresenta l'altra faccia della musica napoletana, quella che può fare il pop, può fare riferimenti alla città e talvolta cantare in napoletano, ma senza mai perdere l'aspirazione nazionale: non c'è una napoletanità esposta solo come gagliardetto, ma Napoli è un tassello di un'idea di pop più ampio: "E mischio ancora Merola con Morricone" canta in "Dint'o scuro" – brano che apre il live – come dichiarazione della propria poetica.

A Napoli è stato bello vedere l'entusiasmo del pubblico, trascinato da Petrella e da una band incredibile, formata da alcuni dei migliori musicisti della città (tra cui Andrea De Fazio, Luigi Scialdone, Michele De Finis e Caterina Bianco). E ci tiene molto il cantautore a sottolineare come il concerto sia interamente suonato, senza sequenze, lo dice proprio, a un certo punto, perché suonare è ancora qualcosa che può caratterizzare un progetto. Il palco è pieno di piante, si è immersi quasi in un bosco che lascia intravedere, però, il colonnato di San Francesco, caratteristica di Piazza del Plebiscito: Petrella è in gran forma, non sembra subire la pressione, e inanella tutte le canzoni più amate, come quel "Non esiste amore a Napoli" che ha cambiato tutto, come dice lui stesso sul palco, ma anche pezzi come Ubriachi di vita, Bambina, Che Mme lassat' a fà, Non vogliamo diventare grandi, Carlito's Way oltre a quelle assieme agli ospiti.

C'è Elisa che in C’eravamo Tanto Amati, Ghali invece duetta in Casa mia, Marco Mengoni canta Due vite, Piazza Garibaldi la fa, ovviamente, con Franco126 che reta anche per Zona Nord mentre Achille Lauro canta Rolls Royce, e sul palco arrivano anche D-Ross e Startuffo, ovvero i "Sarah e Rosario" di Non esiste amore a Napoli, che fanno "È importante avere una visione". Insomma, Tropico celebra la possibilità che Napoli sia anche altro rispetto al rap o alla musica (neo)melodica e per citare un detto molto famoso in città: dicette ‘o pappece vicino a noce damme ‘o tiempo ca te spertoso ("Disse il verme alla noce: dammi tempo che ti perforo"), insomma, con tenacia e soprattutto le canzoni, alla fine Tropico s'è preso quello che meritava.

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