Pupo torna a cantare in Russia: “Putin mai conosciuto, vado dove mi pagano”

Pupo torna a esibirsi in Russia e lo comunica, in un’intervista a Repubblica, a pochi giorni dall’inizio del suo nuovo tour internazionale. Numerose le tappe previste: Europa, Nord America, Sud America, Australia e, tra le destinazioni, anche la Russia. Una scelta che ha già fatto discutere, ma che Pupo – al secolo Enzo Ghinazzi – motiva in modo diretto: “Vado dove mi pagano”.
Enzo Ghinazzi spiega perché canterà in Russia
“Si parte il 13 da Arezzo e poi giro il mondo: Canada, Stati Uniti, Svizzera, Germania, Australia, Sud America e Russia”, racconta Ghinazzi, specificando: “Sono popolarissimo lì dal 1979, tempi non sospetti. Perché negare a un popolo, che è anche vittima della guerra, la possibilità di ascoltarmi? Putin non l’ho mai conosciuto. Dove mi chiamano – e pagano, ovviamente – io vado. Andrei anche in Corea del Nord. E in Ucraina, se ci fossero le condizioni di sicurezza”.
Sul soprannome “Pupo”: “Mia madre non mi parlò per la delusione”
Artista conosciuto in tutto il mondo per la sua musica pop, Pupo confessa di aver tentato invano di abbandonare il suo soprannome, sostituendolo con il nome di battesimo: “Ci ho sofferto per anni. Ma ormai è un marchio, anzi un suono. Solo a Sanremo ‘92 ho provato a farmi chiamare Enzo Ghinazzi: Baudo mi annuncia, e dal palco vedo la gente sbigottita chiedersi chi fossi. Finita la canzone, inizio a rincorrere Gianni Morandi, che mi aveva convinto a questo cambio. Mentre lo inseguo, suona il telefonino: è Mogol, che mi rimprovera per aver abbandonato lo pseudonimo. Me lo diede Freddy Naggiar, della Baby Records, il primo discografico a credere in me. Non le dico cosa fu tornare a casa con il primo disco, Ti scriverò, e il nome Pupo. Mia madre, per la sorpresa e la delusione, non mi parlò per un mese e mezzo”.
Il successo e i suoi demoni: “La musica, il sesso e il gioco”
Con il successo travolgente di brani come Su di noi e Gelato al cioccolato, per Pupo arrivarono anche i primi problemi: “Le portai a Sanremo su insistenza di Gianni Ravera: mi promise mari e monti, perfino il diritto di veto su altri concorrenti. Andai e basta: terzo posto e il mondo ai miei piedi. Il mondo, sì: ho scritto anche Sarà perché ti amo dei Ricchi e Poveri”.
Quel trionfo, però, lo avrebbe inconsapevolmente trascinato verso quelli che definisce i suoi “tre demoni”: “Il primo è la musica e quindi, artisticamente, tutto bene. Il secondo è il gioco: ho sperperato, in euro, 3-4 milioni. Ho smesso da vent’anni, ma reprimo la tentazione ogni giorno. Il terzo è il sesso: compulsivo, con chiunque e ovunque”.