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Pier Paolo Pasolini oggi compirebbe 99 anni, se non l’avessero ucciso brutalmente

Il 5 marzo del 1922 nasceva a Bologna Pier Paolo Pasolini. Dopo 99 anni la sua opera letteraria e cinematografica è più viva che mai. La Cineteca di Bologna lo ricorda con diversi contributi, dal montaggio dedicatogli da Franco Maresco al restauro di Comizi d’amore. Un omaggio necessario all’intellettuale italiano che non ha ancora smesso di dire ciò che aveva da dire.
A cura di Redazione Cultura
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pasolini

Un secolo meno un anno. Il 5 marzo 1922, esattamente 99 anni fa, nasceva a Bologna Pier Paolo Pasolini. Scrittore, poeta, intellettuale, saggista, giornalista, regista. Motivo per cui la Cineteca di Bologna festeggia il compleanno dello scrittore e regista con un programma speciale sulla piattaforma Il Cinema Ritrovato fuori sala, in programma da oggi venerdì 5 marzo. In prima fila c'è Franco Maresco, regista che più di ogni altro ha dichiarato il suo debito artistico verso Pier Paolo Pasolini, che ha realizzato un lungo lavoro di montaggio per l'occasione, offrendo al pubblico diversi inediti, tra i quali un'intervista dello stesso Maresco a Pino Pelosi, realizzata nel 2013, e un ricordo di Pasolini da parte della fotografa Letizia Battaglia, che incontrò Pasolini nel 1971.

Previsti anche i restauri di Comizi d'amore e Appunti per un'Orestiade africana, oltre a un montaggio di materiali d'archivio curato dai ricercatori Roberto Chiesi e Andrea Meneghelli, che raccoglie la straordinaria Intervista sotto l'albero realizzata nel 1975 da Gideon Bachmann.

L'omicidio Pasolini: 45 anni avvolti nel mistero

Nel 2020 appena concluso, sono trascorsi 45 anni dall'omicidio di Pier Paolo Pasolini, ucciso il 2 novembre, massacrato di botte e travolto a più riprese dalla sua stessa auto, sulla spiaggia dell’Idroscalo di Ostia, dove veniva ritrovato il mattino dopo da una passante. Dopo 45 anni la sua morte rimane ancora avvolta nel mistero, perché, seppure Pino Pelosi, l’esecutore materiale del brutale assassinio, sia stato in galera a lungo (poi morto nel 2017), la sua testimonianza è sempre stata considerata, da più voci autorevoli, controversa e distorta e fu condannato per omicidio volontario in concorso con ignoti.

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