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Perché le Zedef Chronicles hanno raccontato Fedez e l’evoluzione del rap in Italia

Zedef Chronicles, la serie web in due stagioni di Fedez in cui racconta il making of di Sig. Brainwash: L’arte di accontentare e Pop-Hoolista, racconta l’evoluzione del personaggio Fedez e del rap italiano pre-2016.
A cura di Vincenzo Nasto
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Fedez, screenshoot YouTube Video Zedef Chronicles
Fedez, screenshoot YouTube Video Zedef Chronicles

Forse, più della musica, è possibile osservare l'evoluzione di Fedez, e in generale del rap italiano, pre-2016 attraverso le Zedef Chronicles. Si tratta di una serie che l'autore milanese ha tenuto tra il 2013 e il 2014, divisa in due stagioni. Raccontano il secondo passo nella discografia, non più da indipendente, mostrando uno storytelling piuttosto sconosciuto alla scena italiana, soprattutto in un segmento dell'industria discografica che poneva le sue basi su pochi artisti. Ci sono i Club Dogo, Fabri Fibra, Marracash e poco altro in cima.

Si riesce a osservare però che qualcosa sta cambiando: non siamo ancora alla fumata bianca che arriverà grazie all'avvento dello streaming musicale. Ciò che appare interessante, da un racconto almeno nella prima stagione molto più diretto e disinteressato alla costruzione di un universo Fedez, è la meglio gioventù che si sarebbe presa, prima o poi, la testa della classifica. Infatti, nelle 13 puntate postate sul profilo YouTube ufficiale di Fedez, appaiono un giovane Ernia, ancora legato all'avventura Troupe D'Elite, come Ghali. Ma anche Emis Killa, Guè, Danny La Home (allora ad Amici), una giovane Francesca Michielin, i Bushwaka composti da Samuel Heron e Mike Highsnob, senza dimenticare J-Ax e la nascita di Newtopia.

La serie web è un piccolo spioncino su ciò che è accaduto con l'esplosione del progetto Fedez e una masterclass su quanto la coerenza di un personaggio musicale non sia effettivamente sinonimo di successo. La prima stagione, tre puntate che raccolgono il lavoro attorno a Sig. Brainwash: L'arte di accontentare, sono il disegno più lucido della gavetta nel rap italiano. Tre episodi in cui c'è tutt'altro che il lusso e il potere, anzi appare nitidamente un senso di rivalsa che poco si affibbierà al personaggio, già dalla seconda stagione. Una ferrea volontà di emergere con il rap che cadrà subito dopo il successo del disco: una rarità che nel 2013 un progetto rap conquisti in poco meno di tre mesi 3 dischi di platino. 150mila copie vendute e non unità certificate in streaming.

Nella prima stagione di Zedef Chronicles, c'è la dimensione ribelle di Fedez, che dopo Penisola che non c'è autoprodotto, pubblica Il mio primo disco da venduto, primo artista della Tanta Roba, etichetta di Guè e Dj Harsh: all'interno sono presenti, oltre Guè, anche Entics, Marracash, J-Ax, Jake La Furia e i Two Fingerz. È ancora un mondo preistorico, in cui Fedez passa dal lanciarsi in elicottero a ricevere un microonde per il proprio compleanno dalla Troupe D'Elite, in cui erano presenti anche Ernia e Ghali. C'è una distinta filosofia in questo racconto, una sorta di purezza hip hop che scricchiola e che già dopo una stagione viene ribaltata dallo stesso autore, che si rinnega.

In una delle chiusure della prima stagione, Fedez afferma: "Una canzone la scrivi primo per te stesso e poi per gli altri. Se cerchi una scorciatoia per il successo, cercando solo di accontentare gli altri, fai la fine del signor Brainwash. A volte il numero uno è anche il primo degli stronzi". In questo concentrato di critica sociale legato al rap e alla sua veridicità, ci sono anche le orme di un mondo musicale che non conosciamo più. In uno dei listening in studio dell'album Mr. Brainwash: L'arte di accontentare, Guè ragiona con Fedez sul numero di tracce che è possibile caricare su un disco, ma soprattutto sembra storcere il naso alla scelta di ridurre, sotto i 4 minuti, la durata di alcune canzoni.

Una decisione lungimirante di Fedez, che come per la dimensione vlog del suo racconto, anticipa anche alcuni tempi musicali. L'immagine punk-rock di Fedez, imbucato nell'industria discografica, fortunatamente per lui finisce lì. Ed è qui che appare un nuovo Fedez, che nel frattempo ha dato l'addio a Tanta Roba dopo il successo del disco, fondando Newtopia con J-Ax. La seconda stagione di Zedef Chronicles racconta il making of di Pop-Hoolista, che sarà pubblicato il 30 settembre 2014 e venderà oltre 200mila copie. Come ponte di congiunzione, una delle figure centrali è Francesca Michielin, che legherà la sua figura a brani come Cigno Nero e successivamente a Magnifico, che venderà più di 300mila copie: sei volte disco di platino FIMI.

Scompare Guè, anche se il suo nome ritornerà, perché sarà quello scelto dalla ex fidanzata Giulia Valentina per il suo chihuahua. Proprio la comparsa netta di Giulia Valentina, che sarà presente in molte scene e registrazioni del vlog, sembra dettare ciò che sarebbe avvenuto negli anni successivi: dal racconto social con sua moglie Chiara Ferragni, alla serie Ferragnez. Dopo il triplo disco di platino di Mr. Brainwash: L'arte di accontentare, il rap italiano arriva in televisione, anche nei talent: si vedono le sue partecipazioni ad Amici, la sua presenza da giudice ad X Factor, ma anche l'intervento a The Voice con il collega J-Ax. Il racconto diventa più filtrato, con Fedez che appare in Maserati, arriva in tv ad Anno Zero e ingaggia uno scontro dialettico con l'allora senatore Carlo Giovanardi. Il tema centrale, la legge Fini-Giovanardi sulle sostanze stupefacenti che sarà abrogata dalla Consulta, ci restituirà un Fedez che rivedremo poi in futuro battagliare più volte, soprattutto in un contesto nazionale.

A rendere esemplificativo il cambio di status c'è la distanza tra i Punkreas e Los Angeles. Se in Sig. Brainwash: L'arte di accontentare, Fedez combatte lo status quo invitando nel proprio disco uno dei gruppi punk italiani storici, in Pop-Hoolista compaiono: Mika, J-Ax, Noemi, Elisa, Malika Ayane, Francesca Michielin e la rapper britannica Luciouz. Il tutto registrato a Los Angeles, dove Fedez, Giulia Valentina e Space One viaggiano alla ricerca del proprio suono. C'è anche un'espressione di Fedez che traduce la voglia di polarizzare l'opinione del pubblico, soprattutto quello rap, nei suoi confronti. Dopo aver espresso la sopracitata opinione sulla scorciatoia per il successo, con la fondazione di Newtopia e l'inserimento di artisti nell'etichetta, alla guida di una Maserati afferma: "Purtroppo gli artisti si devono vendere, e non è facile vendersi". Anche Zedef Chronicles diventerà un contenitore di product placement, sia per il noto marchio di telefonia mobile Vodafone, sia per il gioco di simulazione The Sims, inserito a compartimenti stagni nel montaggio. Fedez ha appena terminato il suo passaggio da underground a mainstream, mostrando una masterclass di ciò che accade, quotidianamente, 10 anni dopo nella discografia moderna. Con tutti gli aspetti positivi e le brutture di un mercato, che da lì a pochi anni sarebbe esploso, senza però determinare un cambiamento nell'evoluzione dei personaggi.

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