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Perché Beyoncé canta in italiano nella traccia Daughter del suo nuovo album Cowboy Carter

Tra i tanti input inseriti nelle 27 tracce di Cowboy Carter, il suo ottavo disco da solista, Beyoncé ha deciso di rendere omaggio a Caro mio ben, l’opera del compositore italiano Tommaso Giordani nel ‘700 nella traccia Daughter.
A cura di Vincenzo Nasto
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Beyoncé, Instagram Account @beyoncé
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Dopo l'attesa, Cowboy Carter, l'ottavo disco solista di Beyoncé è stato pubblicato nelle scorse ore. Il progetto country della cantante, il secondo episodio della trilogia di Renaissance, include 27 tracce con le collaborazioni in II Most Wanted di Miley Cyrus, ma anche in Leviis Jeans di Post Malone. Tra i brani che la cantante ha interpolato nella costruzione del nuovo disco, c'è anche un'aria, in cui Beyoncé canta in italiano. Si tratta di Caro mio ben, che riprende l'opera del compositore italiano Tommaso Giordani nel ‘700 e che negli anni è stata interpretata da tenori come Luciano Pavarotti, ma anche da autori pop come Sting e Mina. Il passo è contenuto nel singolo Daughter in cui Beyoncé canta: "Caro mio ben, credimi almen, senza di te languisce il cor, caro mio ben, senza di te languisce il cor. Il tuo fedel sospira ognor, togli da me tanto rigor, togli da me tanto rigore, tanto rigor".

Quali altri autori hanno interpretato Caro mio ben: da Sting a Mina

Prima di Beyoncé, l'opera Caro mio ben era stata interpretata da Sting per la prima volta nel 1988 durante un concerto in Toscana, mentre molto più recentemente, nel 2009, l'aria era contenuta in Sulla tua bocca lo dirò di Mina. Si tratta di uno dei progetti meno canonici della cantante, che decide di interpretare per la prima volta in un disco un repertorio di arie di musica classica. Un progetto che contiene alcuni dei protagonisti della musica classica italiana, dalle quattro opere di Giacomo Puccini, alle interpretazioni proprio di Caro mio ben di Giuseppe Giordani e Mi parlavi adagio di Tomaso Albinoni e Remo Giazzotto.

L'influenza dell'opera nella formazione musicale di Beyoncé

Non è la prima volta che Beyoncé si avvicina all'opera nella sua carriera. Tra i tentativi più evidenti, è possibile ritornare a un'operazione commerciale nel 2002, in cui per promuovere un noto marchio di bevande gassate, la cantante interpreta una rivisitazione de L’amour est un oiseau, che fa parte dell'opera Carmen del compositore francese Georges Bizet. Proprio in quel periodo, grazie al successo con le Destiny's Child, la cantante debuttava come attrice in una rivisitazione in tempi moderni e prodotta da MTV dal titolo Carmen: A Hip Hopera. Proprio l'opera di Bizet veniva rappresentata non più nei sobborghi parigini, ma nella più moderna Philadelfia. Più recentemente, Beyoncé aveva dato prova delle sue abilità vocali nella produzione di Spirit, inserito nella colonna sonora de Il Re Leone, l'opera del 2019 che riprende la storia d'animazione del 1994 della Disney.

Le collaborazioni in Cowboy Carter e le cover di Blackbird dei Beatles

Ma Cowboy Carter è un progetto in cui sono confluite più influenze del passato. Con l'ennesimo riferimento all'Italia, ripresa anche in una foto in cui mangia spaghetti sul suo profilo Instagram, la cantante ha ospitato in Spaghettii la veterana del country Linda Martell e il giovane rapper Shaboozey, ma non solo. C'è anche la voce di di Willie Nelson in Smoke Hour II e Just for fun, in cui lo storico autore country accompagna il pubblico, quasi come fosse un dj da un brano a quello successivo. Ci sono sample del passato, come These Boots Are Made For Walkin' di Nancy Sinatra e Good Vibrations dei Beach Boys nella danzereccia Ya Ya. Ma anche delle cover particolari, come Blackbird dei Beatles, ma soprattutto Jolene di Dolly Parton.

L'incoronazione di Beyoncé da parte di Dolly Parton per la cover di Jolene

Era probabilmente quello uno dei singoli più attesi del progetto, soprattutto in cui venivano identificate le maggiori polarizzazioni d'opinione su quanto Beyoncé potesse riprendere e interpretare brani appartenenti all'immaginario country del pubblico americano. Tutte le preoccupazioni svaniscono, grazie all'intro del brano, intitolato Dolly P che precede proprio Jolene, in cui la cantante 78enne incorona Beyoncé. Nei 29 secondi di parlato, Dolly Parton suggerisce al pubblico quanto le storie affrontate da Beyoncé in passato, siano le stesse vissute da lei stessa: cambia solo il taglio di capelli. Un'incoronazione e un invito a prendersi cura di Jolene nei secondi successivi, con Beyoncé che decide di costruire una seconda strofa del brano.

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