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Open Arms: la voce degli scrittori in difesa di 121 persone abbandonate in mare

In questi giorni la voce di diversi scrittori, artisti e intellettuali italiani sta cercando di denunciare l’aberrante situazione in cui 121 persone sono costrette in mare, senza un porto sicuro, a bordo dell’imbarcazione Open Arms. Da Michela Murgia a Roberto Savaino, da Valeria Parrella a Massimo Coppola.
A cura di Redazione Cultura
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Getty Images
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"Sentimento di vergogna per l'Europa". È questo il mood dell'equipaggio della Open Arms stamattina su Twitter, bloccato da otto giorni in mare, con 121 persone a bordo, senza porto sicuro. Ed è per questo che da giorni, un nutrito gruppo di scrittori e artisti, sta provando a sensibilizzare (a quanto pare, soffocati nella morsa dell'isterica cronaca politica di questi giorni) l'opinione pubblica su un tema importante e su un'emergenza umanitaria. A guidare il drappello di scrittori c'è Michela Murgia, la scrittrice sarda, fiera oppositrice delle politiche del ministro degli interni, che sui suoi profili social sta dando ampio spazio ai video-contributi dei colleghi scrittori, da Valeria Parrella a Chiara Valerio, da Massimo Coppola a Diego De Silva, fino a Roberto Saviano, per comporre una sorta di grido d'aiuto social.

Tra i migranti ci sono 32 minori, comprese due gemelline etiopi di 9 mesi che si chiamano Musa e Isa. Tutti sono stremati dal caldo e dalla fatica di dormire in condizioni estreme. Hanno il terrore di essere rimandati da dove sono scappati. L'equipaggio ha bisogno di messaggi forti da terra per confortarli e dare loro coraggio. Basta anche un breve video: glielo mostreranno e glielo tradurranno.

Questo il messaggio, diventato ormai una nenia, con cui scrittori, artisti, intellettuali e gente comune, rilanciati sui social, a partire da Caterina Bonvicini, stanno cercando di far sentire la propria voce in favore di 121 persone di cui l'Europa pare essersi dimenticata. Tutto è iniziato qualche giorno fa, con la situazione di stallo della Open Arms, che aveva indotto Michela Murgia, l'autrice di "Accabadora" e l'inventrice del "fascistometro" a scrivere su Facebook:

Questi giorni di vergogna saranno studiati sui libri di storia.
Per la disumanità, per l'odio organizzato contro l'umile, l'affamato, il debole, il perseguitato, l'emarginato che cerca giustizia. Per la gara a chi aveva la pensata più crudele. Per la pavididità dei complici di quell'odio, quelli che "ho votato, ma mi dissocio", quelli che uno stipendio da parlamentare vale più delle vite umane che avete condannato a morire in acqua, più della libertà di dissentire che avete condannato a morire in terra, più di tutta la storia che state sporcando.
Finché avremo fiato combatteremo questa legge e la vostra disumana visione del mondo e alla fine renderete conto di ogni cosa:
dei morti in mare, della persecuzione della solidarietà, delle cariche della polizia contro chi protesta, del razzismo tornato senza più vergogna, del paese diviso e pieno di rabbia, dei soldi rubati e della paura delle persone alle quali invece che dare serenità avete venduto armi da puntare contro ogni diverso.
Quel giorno, ne sono convinta, renderete conto anche del furto del nome di una donna, Maria, che l'unica volta che ha parlato del suo Dio nel Vangelo lo ha fatto per dire da che parte stava: quella degli ultimi, mai quella di chi li perseguita.

Qui invece il tweet di Open Arms stamattina:

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