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“Narciso e Boccadoro”: il romanzo di Hermann Hesse compie 90 anni

“Vedere nell’altro ciò che egli è: il nostro opposto e il nostro completamento”: questa citazione, forse la più famosa del capolavoro di Hermann Hesse, chiarisce tutto il significato di un romanzo estremamente complesso come “Narciso e Boccadoro”. Il libro del Premio Nobel tedesco uscì 90 anni fa, nel 1930, ma è ancora estremamente commovente per il modo in cui ha chiarito il profondo senso dell’amicizia, e dell’importanza che per essa ha la diversità dall’Altro.
A cura di Federica D'Alfonso
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Hermann Hesse, "Narciso e Boccadoro" (Mondadori).
Hermann Hesse, "Narciso e Boccadoro" (Mondadori).

Nel 1930 usciva uno dei romanzi più noti, e di certo il più complesso, dello scrittore tedesco Hermann Hesse: “Narciso e Boccadoro” è da sempre riconosciuta come una delle più profonde, emozionanti e complesse riflessioni sull'amicizia, e sul valore che essa ha nella vita dell’uomo nel tormentato percorso alla ricerca del senso della vita. L’opera di Hesse, giunta dopo i successi di “Siddhartha” e “Il lupo della steppa”, è ancora oggi uno dei romanzi più affascinanti del Premio Nobel tedesco: a novant’anni esatti dalla pubblicazione, leggerlo è ancora estremamente emozionante.

Narciso e Boccadoro: una storia d’amicizia

"Doppio ritratto" di Giorgione: il dipinto è stato scelto da Mondadori come copertina del romanzo di Hermann Hesse.
"Doppio ritratto" di Giorgione: il dipinto è stato scelto da Mondadori come copertina del romanzo di Hermann Hesse.

L’azione, nel romanzo di Hesse, è quasi assente: a muovere il racconto è l’amicizia fra Narciso, un giovane e brillante monaco del convento di Mariabronn (luogo fittizio ispirato però alla bellissima abbazia di Maulbronn, nel Baden-Württemberg) e Boccadoro, tormentato e irrequieto allievo spinto alla via monastica dal padre. Da subito, l’indole razionale del primo attira come un magnete quella impulsiva dell’altro: è proprio grazie a questa amicizia che Boccadoro scoprirà di voler diventare un’artista, scelta che lo porterà a vagabondare incessantemente alla ricerca della chiarificazione più importante: quella del significato che la figura della madre, nella sua vita, aveva sempre avuto. Un’amicizia lunga anni che arriverà fino al letto di morte di Boccadoro, ormai sereno per aver compreso il senso ultimo della sua ricerca.

“Narciso e Boccadoro”: il romanzo degli opposti

Hermann Hesse, Premio Nobel per la letteratura nel 1946.
Hermann Hesse, Premio Nobel per la letteratura nel 1946.

Nucleo centrale del romanzo è la profonda amicizia di Narciso e Boccadoro, la quale li accompagnerà fino all’ultimo dei loro giorni. In questo senso, il libro di Hesse può essere definito anche un complesso romanzo di formazione, che segue la crescita interiore dei suoi protagonisti dall'adolescenza all'età adulta. Ma dietro questa lettura di superficie, l’opera risulta essere soprattutto un complesso discorso filosofico sulla ricerca della verità: ricerca che Hesse, in tutti i suoi romanzi, ha tentato continuamente di attuare.

Spirito e carne, ascetismo e materialismo, santità e peccato, intelletto e ragione, moralità e debolezza: nelle due figure di Narciso e Boccadoro Hermann Hesse racchiude l’eterno dualismo che caratterizza la ricerca del Vero, e il lungo processo, anche doloroso, che porta l’uomo al raggiungimento della consapevolezza che il punto ultimo di tale ricerca non può palesarsi se non nella compenetrazione costante degli opposti. Nessuno dei due protagonisti può riconoscere se stesso, alla fine del libro, se non proprio considerando positivamente quella differenza che entrambi avevano sempre avvertito dall'Altro: rendendo proprio la loro distanza, incolmabile ma estremamente fertile, la ragione stessa del loro rapporto d’amicizia.

Scendendo ancora più nel profondo, nel tempo il romanzo di Hermann Hesse si è prestato alle più svariate riletture anche in ambito psicanalitico: in chiave freudiana, nel tormentato sentimento d’assenza avvertito da Boccadoro nei confronti della madre, in chiave junghiana guardando invece al rapporto stesso fra quest’ultimo e Narciso. Leggendo il romanzo, non si riesce nemmeno a decidere chi sia il vero “protagonista”: la bellezza del libro, forse, potrebbe consistere proprio nel non dare una visione univoca dell’amicizia, dell’amore o della vita, ma nel riuscire a porre costantemente al centro l’importanza dell’opposizione e della differenza che sono, per Hesse, la chiave stessa della Verità.

Non è il nostro compito quello d'avvicinarci, così come non s'avvicinano fra loro il sole e la luna, o il mare e la terra. Noi due, caro amico, siamo il sole e la luna, siamo il mare e la terra. La nostra meta non è di trasformarci l'uno nell'altro, ma di conoscerci l'un l'altro e d'imparare a vedere e a rispettare nell'altro ciò ch'egli è: il nostro opposto e il nostro completamento.

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