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Morto lo scrittore John Barth, era il padre della letteratura postmoderna americana

John Barth è morto all’età di 93 anni. Tra le sue opere ricordiamo Giles ragazzo-capra o Il coltivatore del Maryland, romanzi coi quali si è imposto come uno dei più importanti esponenti del postmodernismo classico.
A cura di Biagio Chiariello
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Lo scrittore John Barth è morto all'età di 93 anni in un casa di riposo a Bonita Springs, in Florida. Era considerato da molti come il padre della letteratura postmoderna americana. La sua morte è stata confermata dalla moglie, Shelly Barth.

Insegnante di scrittura alla Pennsylvania State University dal 1953 al 1965 e alla State University of New York di Buffalo dal 1965 al 1973, sosteneva il postmodernismo nella letteratura, affermando che le vecchie forme erano esaurite e che erano necessari nuovi approcci.

Le sue prime opere sono L'opera galleggiante, pubblicata nel 1956, e Fine della strada, del 1958. Romanzi nei quali l'autore nato a Cambridge, nel Maryland, affronta tematiche controverse come il suicidio e l'aborto. A 30 anni pubblica il suo terzo romanzo, Il coltivatore del Maryland col quale viene proiettato tra le fila degli scrittori più innovativi del Paese, portando a paragoni con autori contemporanei come Thomas Pynchon, Jorge Luis Borges e Vladimir Nabokov.

Ed è tra gli anni Sessanta e Ottanta, che John Barth si impone come uno dei più importanti esponenti del postmodernismo classico, quello cioè che ha preceduto l'elaborazione teorica e la new wave minimalista degli anni Ottanta e Novanta; in particolare con il bestseller Giles ragazzo-capra, o Il nuovo programma riveduto (1966, pubblicato in Italia da Rizzoli nel 1972), ambientato in un'immaginaria mega università, metafora allegorica del mondo intero in un'epoca di Guerra Fredda.

Con Chimera si aggiudica nel 1973 il National Book Award per la narrativa ex aequo con Augustus di John Williams.

Barth ha preso parte alla discussione teorica circa il declino dell'importanza del romanzo come forma letteraria. In tal senso disse: "Mi sento come come Scheherazade ne Le mille e una notte, cerco disperatamente di sopravvivere creando letteratura".

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