Morto Bob Wilson, il regista che ha rivoluzionato il linguaggio teatrale

È morto all'età di 83 anni, Robert Wilson, meglio conosciuto come Bob Wilson, regista che ha rivoluzionato il linguaggio teatrale, tra gli innovatori più apprezzati della scena contemporanea. I suoi spettacoli univano musica, danza, recitazione, architettura e arti visive, al fine di creare un'esperienza artistica completa e a suo modo sfaccettata, mai uguale a sé stessa.
I primi passi nel mondo del teatro
La notizia è comparsa sul suo sito, nonché sui suoi canali social, dove accanto a un suo scatto in bianco e nero si legge: "Nell'amorevole ricordo di Robert M. Wilson" con accanto la data della sua nascita e quella della sua dipartita. Era nato in Texas nel 1941 ma prima di avvicinarsi al teatro, si era iscritto alla facoltà di architettura. Le esperienza delle arti performative arriverà in seguito, quando si avvicinerà al teatro per bambini disabili, scoprendo l'importanza e le risorse del movimento scenico. Si trasferisce, quindi, a New York, dove inizia una carriera all'insegna della pittura e della scenografia. Il vero approccio al teatro arriva nel 1968 fonda quando fonda la Byrd Hoffman School of Byrds, una compagnia con cui riesce a sperimentare nuove forme di occupare lo spazio scenico e crea le sue prime opere, già allora visionarie, come The King of Spain e The Life and Times of Sigmund Freud. L'opera per la quale, però, riuscirà ad entrare nella storia del teatro è Einstein on the Beach del 1976, spettacolo creato insieme a Philip Glass, grazie al quale riesce a superare anche i confini nazionali. Negli anni di sperimentazione ha ideato opere che hanno superato il confine stesso di arte, come The Life and Times of Joseph Stalin della durata di 12 ore o KA MOUNTain and GUARDenia Terrace, durato sette giorni e preparato su una montagna in Iran. Ha poi lavorato per tutta la sua carriera con il Watermill Center, una fondazione e laboratorio artistico a Long Island, dove ha formato aspiranti talenti provenienti da ogni parte del mondo.
I premi internazionali
L'innovazione apportata al mondo del teatro lo ha reso un regista incredibilmente attento alla creazione di opere che potessero apportare sempre novità, sia visive che emozionali. Negli anni di attività ha ricevuto diversi premi come il Leone d'oro alla Biennale di Venezia nel 1993, il Premio Europa per il teatro nel 1997, perché ideatore di "opere totali" in grado di superare qualsiasi tipo di confine, che fosse linguistico, territoriale o ideologico. Nel 2023 ha ricevuto il Premio Imperiale in Giappone, a conferma del fatto che la sua arte non abbia mai avuto confini.
Il ricordo del Teatro alla Scala
Tanti sono stati i teatri celebri con i quali ha collaborato nel corso della sua lunga carriera e, infatti, anche il Teatro alla Scala di Milano ricorda la sua arte:
Wilson ha inteso sempre il teatro come opera d'arte totale curando ogni dettaglio degli spettacoli che firmava, ma l'impatto del suo lavoro si estende alle altre arti e a tutti i campi della creatività.
Con il teatro milanese, infatti, aveva avviato una collaborazione proficua, fino ad aprile di quest'anno, quando ha curato lo spettacolo The night before. Objects chairs opera in occasione della serata inaugurale della 63esima edizione del Salone del Mobile. Nello spettacolo ha diretto Marina Rebeka e l'orchestra della Scala diretta da Michele Spotti. Ma tra il 2011 e il 2015 ci sono stati anche spettacoli come Ritorno di Ulisse in Patria, Orfeo e Incoronazione di Poppea, infine la trilogia dedicata a Monteverdi.