Morto a 75 anni il poeta Stefano Simoncelli, fu finalista nel 2023 del Premio Strega Poesia

È morto a Cesena a 75 anni il poeta Stefano Simoncelli, finalista, nel 2023, del Premio Strega Poesia con la raccolta "Sotto falso nome" (Pequod), a coronare un percorso poetico che lo ha portato a essere uno dei poeti più conosciuti della Poesia. Simoncelli nacque a Cesenatico (Forlì-Cesena) il 6 gennaio 1950, ed è stato uno dei fondatori e redattori, assieme a Ferruccio Benzoni, Walter Valeri e Alessandro Casagrande della rivista di letteratura e politica "Sul Porto" che fu attiva dal 1973 al 1983 e suscitò l'attenzione e la collaborazione di poeti e intellettuali del calibro di Pier Paolo Pasolini, Attilio Bertolucci, Giorgio Caproni, Emilio Sereni, Franco Fortini, Giovanni Raboni e Giovanni Giudici.
L'omaggio a Simoncelli del suo Comune di nascita
A ricordare il Poeta è la città natale, che sui social ufficiali del Comune scrive: "Cesenatico piange Stefano Simoncelli – poeta, intellettuale e finalista al Premio Strega Poesia nel 2023 con ‘Sotto falso nome' – che si è spento oggi a 75 anni dopo una breve malattia che non gli ha lasciato scampo. Simoncelli era una delle figure culturali più importante della città dopo aver fondato negli anni ‘70 la rivista ‘Sul Porto' insieme a Ferruccio Benzoni e Walter Valeri. Grandissimo appassionato di sport, è stato a lungo presidente del Circolo Tennis Anselmo Godio di Cesenatico e ottimo giocatore. Ciao Stefano!".
La carriera letteraria di Simoncelli
L'esordio del poeta fu nel 1980 con la "Via dei platani", pubblicata in un quaderno collettivo dell'editore Guanda che gli valse il Premio Mondello per l'opera prima, permettendo il suo ingresso nel gotha della Poesia italiana, mentre fu nel 1989 che pubblicò la seconda raccolta "Poesie d'avventura", per l'editore Gremese, grazie anche all'intervento di Enzo Siciliano. A seguito di questa pubblicazione, però, seguì un lungo periodo di silenzio che, come avrebbe spiegato successivamente, era dovuto a un eventio luttuoso, la morte della madre che lo segnò in maniera profonda sia nella vita che nella scrittura.
Fu dopo gli anni 2000 che riprese a scrivere pubblicando, questa volta, in maniera regolare grazie a Pequod. Nel 2006 pubblicò la raccolta "Giocavo all'ala", che gli valse il Premio Guido Gozzano, seguita nel 2006 da "La rissa degli angeli" e poi da altre opere come "Terza copia del gelo" (2012), che vinse il Premio Diego Valeri – Giuria popolare, e "Hotel degli introvabili". Successivamente uscì con il racconto in prosa poetica "Il collezionista di vetri" (Italic arte) con fotografie di Daniele Ferroni e la plaquet notizie interferenze sibili edita dai Quaderni di Orfeo. Con "Prove del diluvio" (Italic, 2017), ottenne i premi "Città di Fabriano" e "Europa in versi", mentre con "A beneficio degli assenti" (Pequod) conquistò il Premio Frascati Poesia – Antonio Seccareccia.
Sotto falso nome in finale al Premio Strega Poesia

La sua raccolta "Sotto falso nome" che arrivò nella cinquina, giocandosi la vittoria finale, fu presentata così al Premio Strega da Elisa Donzelli:
Nel suo libro di versi più coraggiosamente esposto all’idea della vita che finisce, Stefano Simoncelli inscena un’autentica, personalissima, svestizione dell’Io rimasto solo nella casa, più spesso nella stanza, in cui per anni è trascorso felice l’amore coniugale. In uno spazio circoscritto e familiare, che in calce ai testi è quasi solo Cesenatico o Cesena e dintorni, la voce sembra perdere le coordinate del tempo, persino la differenza tra le stagioni come se, per uno scherzo del destino, l’inverno potesse scambiarsi di posizione con la primavera e l’estate. Proprio come accade – per originale intuizione – al poeta sopravvissuto in domicili tappezzati dalle ombre degli affetti perduti. La soluzione per Simoncelli, che scrive questo libro quasi come se fosse il suo ultimo, è la resa, ma arrendersi pare solo un’ipotesi di fragilità: sparire e ridurre le tracce della propria presenza negli spazi della vita quotidiana significa farsi più piccoli di prima per tentare ciò che è impossibile: ridare ampiezza, colore, soglia a chi non c’è più. Spoliazione e sparizione di un soggetto lirico che, a differenza dei libri precedenti dell’autore, sceglie per rinnovata immaginazione e per volontà di «mimetizzarsi poco alla volta sul muro fino a diventare calce, polvere di stucco, crepa e scomparire».
Nel 2023 Marcos y Marcos raccolse il meglio della sua opera poetica dal 2004 al 2020, in "Stazioni remote", curata da Massimo Raffaeli