Adriana Asti è morta a 94 anni: attrice di Teatro e Cinema, recitò per Strehler, Visconti e Pasolini

È morta questa notte nel sonno Adriana Asti, attrice di teatro e cinema che aveva 94 anni. La donna era ricoverata nella clinica romana Villa Salaria dove era ricoverata da una ventina di giorni. A dare la notizia è stata Il Foglio, il cui direttore, Giuliano Ferrara, era il cognato, visto che Asti è stata sposata con il fratello, il regista Giorgio Ferrara. Nella sua lunga carriera aveva attraversato il teatro, il Cinema e la televisione, lavorando con registi del calibro di Giorgio Strehler, Luchino Visconti, Pier Paolo Pasolini, Vittorio De Sica e Luis Buñuel tra gli altri.
Asti, che nel curriculum può vantare un David Speciale e quattro Nastri d'argento, aveva esordito a teatro nel 1951, recitando nel Miles Gloriosus di Plauto con la compagnia stabile di Bolzano per proseguire con Elisabetta d'Inghilterra di Ferdinand Bruckner, per la regia di Giorgio Strehler, fino al ruolo che la fece notare, ovvero Il crogiuolo di Arthur Miller per la regia di Luchino Visconti. L'ultimo film fu Nome di donna, con la regia di Marco Tullio Giordana, mentre l'ultimo spettacolo è stato "Memorie di ADRIANA", tratto dal libro-intervista "Ricordare e dimenticare" messo in scena ancora una volta con la regia di Shammah nel 2017
Gli esordi con Strehler e Visconti
Fu proprio il regista milanese che le regalò il suo primo ruolo importante al Cinema quando recitò in Rocco e i suoi fratelli, terzo di una lunghissima lista di film che hanno attraversato il ‘900. Asti si descriveva come una pessima attrice, come rivelò durante un'intervista per la trasmissione Le ragazze in cui spiegò che non sentiva di avere l'animo dell'attrice né il fuoco della recitazione, cosa che, dice, pensavano anche i suoi genitori che pensavano che quella non fosse la sua strada. Non era dello stesso parere, però Lilla Brignone, protagonista del Teatro Piccolo di Milano, fondato e diretto proprio da Giorgio Strehler.
Quando capì l'importanza della recitazione
Brignone, infatti, vide qualcosa che forse altri non vedevano, e neanche lei, e le chiese di seguirla in altri spettacoli, cosa che fece. E la sua vita cambiò. La prima volta che si rese conto di quello che significava recitare per delle persone, dice, fu durante la messa in scena del Ventaglio di Goldoni: "Ero la signora Candida, recitavo su un balcone e lì mi sono accorta per la prima volta che mi stavano ascoltando, mi ascoltavano, non recitavo come al solito, meccanicamente, come una marionetta, mi sono accorta che quello che dicevo aveva un senso e la gente mi ascoltava". Un'illuminazione che portò con sé ed evidentemente le servì anche in alcuni momenti difficili che la portarono in analisi.
Vincitrice di David di Donatello e Nastri d'argento
Asti fu grande amica di Pier Paolo Pasolini, recitando anche in Accattone, poi ne Il disordine di Franco Brusati, nel 1964 a Prima della rivoluzione di Bernardo Bertolucci e ancora con Visconti in Ludwig, mentre da Luis Buñuel fu diretta nel Fantasma della libertà. Tra i registi con cui ebbe a che fare ci furono anche Mauro Bolognini, Cesare Zavattini, Vittorio De Sica, ma l'attrice si spese anche come doppiatrice per Lea Massari e Claudia Cardinale, oltre a diventare un volto della televisione italiana. Negli ultimi anni aveva recitato ne La meglio Gioventù di Marco Tullio Giordana nel ruolo della madre dei protagonisti, interpretati da Luigi Lo Cascio e Alessio Boni.
Il periodo del nudo nei filmacci
Asti ebbe un periodo in cui recitò poco vestita (in dei "filmacci" come li chiamava lei) e a farle cominciare questo momento fu proprio Visconti che la fece recitare nuda in Vecchi tempi di Pinter: "Qui sarai nuda" le disse il regista anche quando lei obiettò che nella sceneggiatura non risultava: "Andai fuori, nuda, e capii che era stupendo: nessuno ascoltava, potevi dire qualunque cosa. " disse in un'intervista a Vogue. La sua carriera la vide diretta anche da Tinto Brass in Caligola – film che non uscì mai -, un periodo in cui si divertiva tantissimo, soprattutto perché era preceduta dalla fama di intellettuale: "Tutti rimanevano stravolti".