Jovanotti due anni dopo l’incidente in bici: “Il dolore è fisso. Lui mi sfida, ma io non mollo”

Jovanotti con un post su Instagram ricorda l'incidente di cui è stato vittima due anni fa che lo ha costretto a un periodo di fermo a causa delle conseguenze. "Ho rotto clavicola e femore" disse sui social esattamente due anni fa, il 16 luglio 2023, all'indomani dello spiacevole episodio. Sono seguite operazioni, infezioni e tanta ginnastica prima di potersi rimettere in piedi. Nonostante sia tornato sul palco, il dolore vive con lui: "Ho questo dolore fisso che ormai è talmente familiare che lo vivo come un compagno di viaggio".
I ricordi di Jovanotti
"Due anni fa esatti 15 luglio 2023 mi sono svegliato prima dell’alba, ero in Repubblica Dominicana ospite a casa di amici con la Fra per un paio di settimane di vacanza. Siccome mi conosco e so che ombrellone e lettino non fanno per me, mi ero portato la bici, una gravel, così da esplorare un po' l’isola fuori dai compound per villeggianti". Così comincia il lungo post di Jovanotti che su Facebook ha ripercorso ciò che gli è capitato due anni fa. "Il giorno dopo il mio arrivo nell’isola leggendaria di Hispaniola, mi ero addentrato per un cinquantina di km e mi era piaciuta. Dopo le 8 di mattina faceva già un caldo bestiale, ma pedalare da solo nell’umidità tropicale mi piace, de gustibus…lo so. Così quella seconda mattina avevo pensato di attraversarla tutta fino alla costa al di là della dorsale che taglia in due l’isola. Ho riempito le borracce, preso documenti e qualche soldo per comprare eventuale frutta lungo la strada e sono uscito nel buio per godermi la freschezza dell’alba". Dopo aver fatto un centinaio di km e dopo essersi perso svariate volte, "ne mancavano una ventina al punto dove avrei fatto un bagno nel mare in una spiaggia che presumevo fosse deserta. Poi avrei girato la bici e sarei tornato verso la mia consorte e i miei amici in tempo per un gran pranzo vacanziero". Ha così continuato: "Mi ricordo che era un rettilineo bellissimo che tagliava una piantagione infinita di canna da zucchero di un verde smeraldo, il cielo era perfetto senza una nuvola e io stavo pensando che era proprio una meraviglia tutto, e quel momento in particolare, e pensavo che avevo fatto proprio bene a portarmi la bici e che il giorno dopo sarei andato a vedere la casa di Cristoforo Colombo nella capitale, sempre a pedali, e i pomeriggi li avrei dedicati a stare con la Francesca e i miei amici bevendo acqua di cocco da una noce fresca, e magari una birra gelata". Spiegando le emozioni di quei momenti, è arrivato al punto in cui è caduto: "Le canne da zucchero fitte fitte coprivano la visione di un banchetto di frutta e verdura al lato della strada e l’asfalto appena rifatto di nuovo rendeva invisibile il dissuasore di velocità che il fruttarolo o chi per lui aveva steso davanti al suo negozietto per far rallentare le macchine così da ispirare l’acquisto di un cocomero o di un’ananas. Non l’ho vista, non si vedeva proprio. Così sono volato a terra, facendomi molto male".
"Il dolore è fisso, ai concerti ballava insieme a me"
"Quando ti fai molto male nei primi secondi non senti male, anzi non senti niente, e infatti ho addirittura preso il cellulare dal telaio della bici e ho girato un video dove dicevo che ero caduto perfino sorridendo, poi ha iniziato a farmi malissimo, ho visto che il piede era al contrario e la clavicola mi bucava la pelle della spalla, e ho sentito le voci di quelli che mi stavano soccorrendo e la prossima cosa che ho sentito è stata la sirena dell’ambulanza" ha continuato Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, spiegando che mentre lo caricavano sull'ambulanza, qualcuno segnalò che anche il giorno prima qualcuno era caduto. "E fu così che è iniziata una nuova avventura, fatta di intervento chirurgico d’urgenza fallito, un batterio entrato nel mio femore tritato in una sala operatoria che assomigliava più a un locale di reggaeton che a un luogo sterilizzato, e poi pazienza ginnastica ginnastica ginnastica, altra operazione di 8 ore sei mesi dopo in Italia per aggiustare quello che si poteva aggiustare e poi ginnastica ginnastica ginnastica e nuove cose da imparare ogni giorno, e la testa da tenere concentrata sull’obiettivo di tornare sul palco, e anche di tornare in bici, e di camminare senza stampelle, e avanti così". Ha concluso il suo lungo messaggio ringraziando chi lo ha atteso:
Oggi mi fa ancora male, ho questo dolore fisso che ormai è talmente familiare che lo vivo come un compagno di viaggio, io gli sto addosso, mi alleno tutti i giorni, lui mi sfida, io non mollo. Insieme andremo lontano.
"Abbiamo appena fatto un tour di 54 concerti ed è stato bellissimo farlo, e si è divertito pure lui, il dolore, talmente si è divertito che spesso si dimenticava di esserci e ballava insieme a me e ci dimenticavamo uno dell’altro, Potenza della musica", ha continuato prima di ricordare ai fan che il 26 luglio, con la band di Palajova, ci sarà l’unico concerto di questa estate.
Sarà un concerto speciale perché parteciperà solo gente arrivata lì in bicicletta, e saremmo 5000 bici. Mi ero riproposto, quando un anno fa è nata l’idea di questo concerto speciale, di arrivare in bici anche io. Partendo da casa mia. È quello che tenterò di fare, 770 km, in pratica uno per ogni giorno o di questi due anni appena trascorsi, e non vedo l’ora di salire su quel palco il pomeriggio del 26 luglio al No Borders Festival e dire ora cominciamo.