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Il traduttore del Premio Nobel Abdulrazak Gurnah: “Mi piacerebbe tradurlo di nuovo”

Fanpage.it ha intervistato Alberto Cristofori, traduttore di “Sulle rive del mare”, uno dei romanzi più rappresentativi del neo premio Nobel per la Letteratura 2021, Abdulrazak Gurnah. ” È un autore complesso e stratificato che non si contraddistingue soltanto per l’impegno sociale, ma anche per un valore letterario indiscutibile”.
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Quando l'Accademia di Svezia ha pronunciato il proprio verdetto, designando Abdulrazak Gurnah come vincitore del premio Nobel per la letteratura 2021, Alberto Cristofori è stato preso in contropiede da una (comprensibile) emozione. Vent'anni fa, quando il direttore editoriale di Garzanti Oliviero Ponte di Pino gli affidò la traduzione di Sulla riva del mare, il sesto romanzo dello scrittore tanzaniano, non avrebbe mai potuto immaginare un esito simile: "Ho dovuto fare mente locale perché, dopo tutti questi anni, non ho un ricordo nitido del romanzo e delle sue caratteristiche. Ieri è stata una giornata fantastica: come da tradizione, i signori dell'Accademia Svedese ci hanno spiazzati con l'ennesima sorpresa".

"Mi piacerebbe tornare a tradurre Gurnah"

Attualmente, i diritti di pubblicazione di Gurnah sono scaduti: a breve sarà organizzata una nuova asta per riportare i suoi romanzi in libreria nel minor tempo possibile. E, ovviamente, Cristofori non vede l'ora di rimettersi alla prova: "Nel caso in cui si rendesse necessario rivedere la traduzione di Sulla riva del mare, le case editrici potranno contare su di me: sarebbe un piacere tornare a mettermi alla prova con un autore così complesso e stratificato, che sa parlare al presente con un linguaggio molto originale". Cristofori ha anche voluto onorare i meriti di Oliviero Ponte di Pino, che ha scoperto Gurnah in tempi non sospetti: "È stato lui a propormi di tradurlo, io mi sono limitato ad accettare con immenso piacere. Da un certo punto di vista, è stato un visionario: ha compreso il suo valore troppo in anticipo rispetto ai gusti e alle possibilità dei lettori italiani".

Il valore di Gurnah ben oltre le motivazioni del Nobel

Sulla riva del mare è, in parte, un romanzo autobiografico, che interseca parzialmente la parabola terrena di Gurnah: parla di un migrante che parte dall'Africa per trasferirsi nel Regno Unito, ma non si tratta di una storia di immigrazione stereotipata: "Questo spunto è molto trasfigurato. La dote principale di un autore come Gurnah è quella di riuscire a parlare di temi d’attualità in una maniera assolutamente non cronachistica". Secondo Cristofori, la sua sostanza narrativa va ben oltre le motivazioni addotte dall'Accademia Svedese: "Il valore letterario di questo autore è da ricercare proprio nella capacità di riuscire a trattare questi fenomeni in modo atipico, fornendone un’interpretazione decisamente più ricca e stratificata. Spesso analizziamo questi temi attraverso lenti schematiche: immaginiamo l'immigrato come una persona giovane, tendenzialmente ignorante e poverissima; ebbene, il protagonista di Sulla riva del mare confuta in toto questa narrazione: è un uomo di 65 anni, benestante e coltissimo. E proprio da questa sua immensa cultura prendono le mosse alcuni episodi molto esilaranti". Cristofori fornisce diversi esempi che dimostrano come i personaggi di Gurnah rifuggano ogni luogo comune: "Quando i doganieri e i poliziotti devono valutarlo e accettare la sua richiesta d’asilo, Saleh Omar – il protagonista del romanzo, ndr – dimostra di conoscere a menadito la letteratura britannica, meglio degli inglesi stessi. All'inizio del romanzo, il lettore rimane spiazzato e rapito da un afflato di mistero: perché una persona così distinta ha deciso di abbandonare la sua patria?".

Sulla riva del mare: un romanzo sull'identità

Un autore sofisticato e interessante, Gurnah, il cui valore si estende ben oltre "la sua intransigente e compassionevole penetrazione degli effetti del colonialismo e del destino del rifugiato nel divario tra culture e continenti", qualità che gli è valsa il riconoscimento da parte dell'Accademia Svedese: "Il vero tema di questo romanzo non è quello relativo alla vita e ai disagi dei rifugiati, che rimane comunque molto importante, ma l'identità. Il protagonista è un tipo di immigrato che si discosta totalmente dall'immaginario collettivo: ha un passato come antiquario, non è politicamente impegnato e neppure dilaniato dai problemi economici. A poco a poco scopriamo che la sua identità non è quella che ci era stata proposta all’inizio: veniamo a conoscenza di un dramma familiare, di fratelli che litigano per porzioni di eredità, come accade un po' ovunque". Ecco perché "quando ho letto la motivazione del Nobel ho provato un po’ di fastidio, perché sembrava che l'intento fosse quello di enfatizzare unicamente il suo impegno sociale. Questo scrittore, secondo me, ha un valore letterario che va oltre la nobiltà dei suoi ideali e valori: ci parla di una realtà che riguarda noi tutti, occidentali compresi. È una riflessione sull’identità, su quello che siamo e su come ci rapportiamo quando dobbiamo interfacciarci con altre identità parimenti complesse". Tuttavia, le motivazioni dell'Accademia sono più che comprensibili considerando la natura del Nobel per la Letteratura: "Il premio ha una sua mission e un suo obiettivo, ed è giusto che sia rispettato. Inoltre, ho letto soltanto un decimo della sua opera, quindi procedo con tutte le cautele del caso". Non ci resta che capire chi si assumerà l'onore e l'onere di farci leggere Gurnah in Italiano: un autore che potrebbe sorprenderci con una "universalità" di cui, al momento, non sospettiamo neppure.

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