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Morte Michela Murgia

Il testamento di Michela Murgia: casa, vestiti e gioielli, l’immenso patrimonio dei libri

Michela Murgia ha scelto di fare testamento come atto politico per tutelare la sua famiglia queer. La casa romana ai figli d’anima, mentre uno di loro, Alessandro Giammei, gestirà invece la curatela degli scritti, editi e inediti. “Tutto il mio armadio a Chiara Tagliaferri, Patrizia Renzi avrà il patrimonio di gioielli e bigiotteria”, dichiarò.
A cura di Eleonora D'Amore
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Michela Murgia ha scelto di fare testamento principalmente come atto politico per tutelare la sua famiglia queer, che non rientra nel perimetro legale di una famiglia tradizionale. Cathy La Torre, avvocata e attivista, nonché grande amica della scrittrice scomparsa a 51 anni, ha redatto per lei il testamento e lo ha raccontato a Repubblica:

Non posso entrare nei dettagli del suo testamento, posso però dire che mesi fa Michela ha iniziato una lotta politica perché ogni tipo di famiglia, anche quella che non è esattamente riconducibile all'eteronormatività e alla tradizione, cioè che non prevede legami di sangue tra i suoi componenti, potesse avere un riconoscimento, prima di tutto di linguaggio. Quindi lei per la prima volta ha parlato di famiglia queer e mostrato che esistono altri modelli di famiglia. E questo è stato un gesto politico incredibile, perché centinaia di migliaia di persone si sono interrogate su che cosa è una famiglia queer. Il secondo passo è stato di dare concretezza a tutto questo di fronte alla legge e allo Stato, visto che lo Stato non riconosce alcun tipo di famiglia che non sia quella tradizionale, o le convivenze di fatto che siano registrate di fronte a un Comune di residenza. Quindi quello che abbiamo fatto è stato non solo dare dignità politica a questa forma di famiglia e relazioni, ma anche dargli una dignità di fronte alla legge, e lo abbiamo fatto attraverso un testamento articolato, attraverso una cosa che spesso la gente non fa perché pensa che costi molti soldi, invece in realtà scrivere un testamento di proprio pugno, olografo, non ha alcun costo e in qualche modo è uno dei primi passi che si può fare in questo senso. Così come un testamento biologico, che è una dichiarazione anticipata di volontà o anche nominare un esecutore o una esecutrice testamentaria che possano seguire in qualche modo l'applicazione di quel testamento.

Casa, vestiti e gioielli, la cura dei libri editi ed inediti

Ai suoi figli d'anima, come amava chiamarli lei, ha lasciato la casa romana, che diventerà la dimora di tutta la famiglia queer. Uno di loro, Alessandro Giammei, gestirà invece la curatela degli scritti, editi e inediti, visto che Michela Murgia ha scritto fino agli ultimi giorni di vita e alcuni verranno pubblicati postumi. Nell'intervista a Vanity Fair, dopo aver dato la notizia della malattia, era già scesa nel dettaglio del testamento redatto alla presenza di Claudia, mamma di uno dei suoi figli d’anima: "Tutto il mio armadio va in capo a Chiara Tagliaferri, che lo distribuirà a seconda delle sue scelte. Patrizia Renzi avrà il patrimonio di gioielli e bigiotteria, trenta chili di cianfrusaglie accumulate".

Chiara Tagliaferri, Michela Murgia e il marito Lorenzo Terenzi
Chiara Tagliaferri, Michela Murgia e il marito Lorenzo Terenzi

La famiglia queer e le ultime volontà

Poi aveva aggiunto richieste buffe per quanto specifiche, un modo per esorcizzare l'attesa della fine, e altre del tutto assenti, risucchiate dalla paura di perderla per sempre: "La cosa buffa è stata la richiesta di Alessandro (Giammei, ndr). Un elenco in cui mi ha detto: voglio i tuoi computer, le password dei tuoi account, il titolo di cavalierato francese e la pennetta usb con tutte le giocate nella community. Chiara Valerio invece non ne vuole sapere niente, lei è nella fase rifiuto, dice: ‘Io voglio trattarti da viva fino all’ultimo giorno, io voglio far finta che questi preparativi verso la morte non esistano'. È il suo modo di proteggersi dal pensiero della perdita".

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