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Il Museo Madre di Napoli riparte con tre nuove mostre (VIDEO VISITA)

Da stasera il Museo Madre di Napoli inaugura la nuova stagione con tre mostre internazionali affidate ad altrettanti artisti: Daniel Buren che ha ridisegnato l’ingresso del museo, Mark Leckey, con la sua prima retrospettiva italiana e Marco Bagnoli con un progetto curato da Achille Bonito Oliva sul rapporto tra cibo e arte. Ve le raccontiamo in anteprima con un video.
A cura di Andrea Esposito
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Da stasera al Museo Madre di Napoli inaugurano tre nuove mostre affidate ciascuna a un artista contemporaneo di fama internazionale: il primo è il pittore e scultore francese Daniel Buren; il secondo è l’artista e videomaker britannico Mark Leckey e l’ultima è un progetto intitolato “l’albero della cuccagna” curato da Achille Bonito Oliva che prevede un intervento dell’artista empolese Marco Bagnoli. Siamo andati a vedere le mostre in anteprima e ve le raccontiamo con un video.

Daniel Buren, Axer/Désaxer, lavoro in sit

Già all’inizio di quest’anno il Museo Madre aveva commissionato a Daniel Buren, uno degli esponenti più illustri dell’arte contemporanea, un’opera da destinare alla grande sala Re_PUBBLICA MADRE, dove si trova tuttora. Stavolta però l’artista francese ha ridisegnato o meglio riposizionato l’ingresso del museo con la sua “Axer/Désaxer, lavoro in situ” per celebrare i primi dieci anni di attività del Museo. Si tratta di un grande intervento che trasforma l’ingresso del museo e che mette in asse l’entrata con la strada per creare una sorta di continuità tra dentro e fuori. Un intero lato della sala è ora ricoperto di specchi mentre l’altro è decorato con modanature e colori molto accesi, il pavimento reca una traccia geometrica molto chiara di questa operazione di “spostamento” e apertura che il Museo vuole comunicare.

Mark Leckey, Desiderata (in media res)

Desiderata (in media res), questo il titolo della mostra, è la prima retrospettiva dedicata a Mark Leckey, artista britannico classe ’64, vincitore nel 2008 del prestigioso Turner Prize, promosso dalla TATE Britain di Londra. La mostra presenta un’ampia selezione di opere storiche, che prendono l’intero terzo piano del museo, realizzate con i diversi mezzi espressivi utilizzati da Leckey, scultura, installazione, opere e ambienti sonori, performance e video.

Marco Bagnoli, La Voce. Nel giallo faremo una scala o due al bianco invisibile

L’intervento di Marco Bagnoli, intitolato “La Voce. Nel giallo faremo una scala o due al bianco invisibile”, rientra nell’ambito del progetto “L’albero della cuccagna. Nutrimenti dell’arte”, a cura di Achille Bonito Oliva, che sarà presentato in simultanea il 10 ottobre in occasione della XI Giornata del Contemporaneo. Una prima versione dell’opera “La Voce” fu realizzata dall’artista già nel 1975, nella forma di una scala a pioli incastrata nel muro del suo studio-abitazione milanese. Nella successiva versione realizzata in ferro la scala, apparentemente più solida della precedente versione, poggia però su delle lastre di vetro colorato. La “voce” a cui fa riferimento il titolo dell’opera è effettivamente una voce udibile che elenca un tipico menù napoletano essendo questo un progetto che riflette sulla relazione tra arte e cibo.

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