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Il Musée D’Orsay e il Louvre devono restituire quattro capolavori di Renoir, Cézanne e Gauguin

Ecco perché il Musée D’Orsay e il Louvre devono restituire quattro opere di Renoir, Cézanne e Gauguin.
A cura di Cristina Somma
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Renoir
Renoir – Marina a Guernsey

Quattro opere conservate al Musée d'Orsay e al Louvre di Parigi lasceranno i musei della città francese per tornare dal loro vero proprietario. O meglio, dai suoi eredi. La decisione è stata confermata venerdì dal tribunale amministrativo di Parigi, il quale ha ordinato allo Stato francese la restituzione di due dipinti e due disegni di Gauguin, Renoir e Cézanne agli eredi del mercante d'arte francese Ambroise Vollard. I dipinti si trovano al Musée D'Orsay, mentre i disegni al Louvre.

Si tratta del dipinto Marina a Guernsey e il disegno del Il giudizio di Paride di Pierre-Auguste Renoir, il dipinto Natura morta con mandolino di Paul Gauguin e il disegno di Paul Cézanne Sottobosco. Queste opere erano scomparse durante la seconda guerra mondiale insieme con altri tre dipinti: Rose in vaso di Renoir, Le grandi bagnanti sempre di Renoir e Testa di vecchio di Cézanne. Tutto è avvenuto in seguito alla dispersione del patrimonio del gallerista, morto nel 1939.

Poco dopo la scomparsa di Vollard, le opere d'arte da lui conservate nella sua tenuta furono divise tra i suoi fratelli, tra cui l'esecutore testamentario Lucien Vollard e i coniugi Galéa, amici intimi del gallerista. Le due parti dovettero scegliere un perito a testa per la spartizione dei beni. Lucien Vollard nominò come suo perito Martin Fabiani, mentre i Galéa nominarono Etienne Bignou.

I due periti, esperti incaricati dall'eredità, secondo un comunicato stampa del tribunale di Parigi, avrebbero sottratto le sette opere sopra citate con la complicità di Lucien Vollard per venderle in Germania, dove sono state ritrovate alla fine del secondo conflitto mondiale. Le opere erano infatti elencate nel MNR, National Museums Recovery, ovvero l'inventario dei beni usciti dalla Francia durante la seconda guerra mondiale e ritrovati fuori dai confini nazionali, istituito per restituire, ai legittimi proprietari, eventuali opere uscite illegalmente. Per questo motivo gli attuali beneficiari del patrimonio di Ambroise Vollard hanno deciso di chiedere la restituzione dei sette capolavori, un tempo esposti nella tenuta del noto gallerista francese, alla direzione dei Musei francesi e al Ministro degli Affari Esteri.

Nel 2018, a seguito di una procedura basata su una normativa complessa, lo Stato ha rifiutato la restituzione di quattro di esse e si è riservato la facoltà di pronunciarsi sulla restituzione delle altre tre. Una sentenza del consiglio di stato risalente al 2014 però indica che la restituzione delle opere elencate nell'inventario dei beni da restituire alla Francia, sottratti durante la seconda guerra mondiale, può avvenire quando si è verificato un furto o un saccheggio, oppure quando, senza che siano state necessariamente sottratte illecitamente in vita, le opere sono state sottratte all'eredità post mortem, quindi rimaste in possesso del legittimo proprietario fino alla fine della sua vita. Proprio come nel caso di queste quattro opere. Per questo motivo, la proprietà delle opere è stata attribuita ad Ambroise Vollard e confermata nel 2022 dal tribunale di Parigi e dalla Corte di Cassazione il 10 febbraio scorso, quando il tribunale amministrativo ha stabilito che nel 2018 lo Stato ha rifiutato ‘ingiustamente' di restituire i quattro capolavori ai legittimi proprietari, eredi del gallerista, che ora dovrebbero rientrarne in possesso.

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