Il fratello ritrovato. La Galleria Borghese riunisce due dipinti di Pietro da Cortona

Dall'antico casato di famiglia alla Galleria Borghese di Roma. I ritratti di Giulio Sacchetti e quello di Marcello Sacchetti, realizzati tra il 1626 e il 1627 da Pietro da Cortona, tornano a riunirsi grazie alla donazione della Fondazione della famiglia Sacchetti alla Galleria Borghese di Roma.
Per complesse vicende, dovute alla vendita della collezione a metà del XVIII secolo, i due quadri furono separati dal marchese Giovanni Battista che vendette la collezione a papa Benedetto XIV, poi il ritratto di Marcello passò alla collezione Borghese nel XIX secolo. Da qui in avanti la separazione. Ora, per fortuna, le due opere tornano a fare pendant, grazie alla donazione del Ritratto di Giulio Sacchetti da parte della Fondazione Giulio e Giovanna Sacchetti alla Galleria Borghese di Roma.
"La donazione di un dipinto antico da parte di un privato, la Fondazione Giulio e Giovanna Sacchetti, a un museo pubblico – è scritto nella nota pubblicata dalla Galleria Borghese di Roma – costituisce infatti un caso eccezionale, che non ha immediati precedenti in Italia, dal momento che oggi le donazioni riguardano quasi esclusivamente opere contemporanee, realizzate da artisti viventi e destinate a musei o fondazioni anch'essi privati. In questa occasione, invece, si parla di un'opera del Seicento, donata da quella stessa famiglia Sacchetti che originariamente la commissionò a Pietro da Cortona, conservata per secoli nella dimora storica della casata e che ne esce ora per la prima volta, andandosi ad aggiungere alla magnifica collezione Borghese."

Chiaramente quest'aspetto è stato fondamentale al fine di consentire la reunion tra i due familiari. "Un epocale passaggio di consegne, che assume un significato ulteriore dal momento che nella sua nuova “casa” il ritratto di Giulio Sacchetti tornerà a incontrare quello del suo familiare Marcello creando – continua la nota – un piccolo nucleo di opere coerenti per provenienza, paternità e ambiente. Dunque un fattore ambientale che si aggiunge a quello culturale, perché portare questo venerabile dipinto alla Galleria Borghese riannoda dei fili storici interrotti: la donazione – che arricchisce il patrimonio statale di diversi milioni di euro, in base alle stime dell’opera – l’arricchisce ancor di più ricostituendo delle precise dinamiche della storia artistica nazionale, ovvero ripristinando la suggestione del contesto fertile e straordinario dei primi decenni del Seicento a Roma dove, alla produzione di Pietro da Cortona e di Lanfranco, si va a sommare il mecenatismo dei Sacchetti, dei Giustiniani, dei Borghese e l'impresa documentaria del Museo cartaceo di Cassiano dal Pozzo, nel momento in cui la pittura visse la sua age d'or per antonomasia."