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Opinioni

I congiunti secondo Chiara Valerio, la scrittrice: “La vaghezza in politica è strategica”

Chiara Valerio, autrice de ‘Il cuore non si vede’, è stata tra le prime a reagire contro l’uso del termine “congiunti” utilizzato dal Presidente del Consiglio domenica scorsa in conferenza stampa. “Lungi da me inneggiare alla disobbedienza civile, ma come cittadina pretendo esattezza nella comunicazione e nella scelta delle parole da parte di chi ci governa.”
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Chiara Valerio
Chiara Valerio

"O hai una famiglia di sangue o non esisti. Esistono altri legami, altri congiunti, altre parentele, non esiste solo il sangue". Quella parola "congiunti" non le è andata proprio giù. Non solo a lei, a giudicare la scarica elettrica che ha attraversato Twitter, dopo il discorso del Presidente del Consiglio, domenica scorsa, in diretta televisiva. Tuttavia, anche dopo il chiarimento su cosa il nostro governo intenda per congiunti, scopo per cui è stato necessario interpellare diversi dizionari della lingua italiana, il codice penale e un pugno di eminenti giuristi, Chiara Valerio, autrice nel 2019 per Einaudi de "Il cuore non si vede", responsabile della narrativa italiana per Marsilio dal 2017, continua a non digerire le scelte comunicative di Giuseppe Conte e, in generale, della classe politica in questa fase.

Abbiamo un problema con le parole durante quest'epidemia o mi sbaglio?

Forse più d'uno. La comunicazione della fase 2 è stata semanticamente scioccante. L'uso di termini come "congiunti" e "party", giusto per sceglierne un paio dal lessico non giuridico utilizzato dal premier, destano qualche preoccupazione.

Perché?

Perché quando non capisci ciò che il tuo interlocutore ti sta dicendo, finisci per subire. Questo, in una logica democratica, mi preoccupa. Perché qualcuno vuole che subiamo? Perché la scelta di quelle parole e non di altre?

Comincio a temere di dover citare Nanni Moretti e le sue "le parole sono importanti…"

Ovvio che lo sono. Il punto qui è che l'utilizzo di termini non univoci o interpretabili risponde a una logica di vaghezza di cui, in questa fase, francamente non avverto nessun bisogno. Penso che la vaghezza sia una strategia politica. Questa sì, molto precisa. Ovviamente non sto parlando di complotto. Tuttavia queste ambiguità minime, ma ricercate, mi spaventano. Quello che non so è perché sta accadendo, o meglio non so dove si intende arrivare.

Come possiamo ribellarci a questa "strategia della confusione"?

Lungi da me inneggiare alla disobbedienza civile, me ne starò a casa e continuerò a rispettare tutte le regole a cui i nostri governanti ci chiederanno di collaborare in questa fase delicata, però in cambio pretendo esattezza nella comunicazione e nella scelta delle parole. Altrimenti il patto tra cittadini e Istituzioni si rompe.

L'altra sera ho sentito Peter Gomez chiedere a Paolo Giordano in televisione: "come faranno gli scrittori con i libri pronti in cui non c'è il Covid-19?". Come scrittore quest'idea che i libri che scriveremo debbano a tutti i costi fare i conti con quello che stiamo vivendo mi sembra opprimente. A te?

Bisogna distinguere caso per caso, collana per collana, libro per libro. Da autrice posso dirti questo: stavo per consegnare un saggio su matematica e democrazia al mio editore, Einaudi. Dopo l'arrivo del Coronavirus, ho deciso di riscrivere gli esempi che facevo nel volume, adeguandoli al momento. La struttura del libro è la stessa, ma gli esempi hanno a che fare con l'urgenza e l'attualità. Penso questo sia stato un bene.

E da editor che sceglie cosa pubblicare?

Penso che la letteratura abiti in un pianeta simile al nostro ma diverso. La letteratura è rimuginazione e stratificazione, non è affatto scontato che debba seguire l'attualità. Può farlo come può non farlo. E poi il tempo della letteratura è circolare, la verità i lettori di tutto il mondo la conoscono già: in letteratura il Covid-19 c'è già stato diverse volte.

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Che cosa stai leggendo in questo momento?

"Il conte di Montecristo" di Alexandre Dumas.

Ottima scelta per la quarantena. In proposito, cosa c'è che proprio non sopporti in questo periodo? 

La riduzione della vita di ciascuno di noi esclusivamente al consumo. Le uniche attività concesse sono relegate all'acquisto. Questa riduzione a spendere non riguarda soltanto i beni di sopravvivenza, ma anche i libri. L'altro giorno sono entrata in libreria per comprare un testo di Dickens, ma non ho potuto guardarmi attorno né sbirciare i titoli in uscita come al solito. Ho comprato un oggetto, ho consumato. Sono tornata a casa. Stop.

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Scrittore, sceneggiatore, giornalista. Nato a Napoli nel 1979. Il suo ultimo romanzo è "Le creature" (Rizzoli). Collabora con diverse riviste e quotidiani, è redattore della trasmissione Zazà su Rai Radio 3.
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