Estratto dal libro di John Grisham, La Vedova: l’avvocato Latch e l’eredità da 20 milioni che lo metterà nei guai

Esce oggi in tutto il mondo, Italia compresa, il nuovo libro di uno dei maestri del legal thriller, John Grisham, La vedova (Mondadori, pp. 432, euro 23). Lo scrittore, che ha scritto capolavori come Il Socio, Il rapporto Pelican e L'uomo della pioggia, tra gli altri, pubblica oggi questo nuovo romanzo che sfocia anche nel mystery, raccontando la storia del piccolo avvocato di provincia Simon Latch che affronta un lavoro che non lo soddisfa più e vari problemi familiari, come un matrimonio finito male e un divorzio imminente oltre a una passione per il gioco d'azzardo, a cui si cumulano i debiti che non riesce a saldare. la sua vita cambia quando un'anziana vedova Eleanor Barnett lo incarica di scrivere il suo testamento, visto che il marito le ha lasciato una fortuna consistente di cui nessuno è a conoscenza. All'inizio l'entusiasmo è alle stelle ma pian piano i pezzi di questo puzzle cominciano a non coincidere e quando la donna ha un incidente d'auto la situazione precipita e dovrà difendersi dall'accusa di un omicidio che non ha commesso. Tutto è contro di lui, quindi non resta che trovare il vero assassino.
Fanpage vi propone un brano tratto dal primo capitolo de La Vedova, proprio quello in cui la signora Barnett lascia il suo ufficio e si ritrova a riflettere su cosa sia successo, ma soprattutto a ragionare su quante tasse dovrà pagare la donna su quel capitale e di conseguenza potrà guadagnare lui. Ecco l'estratto:
Il resto della giornata era rovinato. L’idea di passare un’ora a mediare tra il signore e la signora Pendergrast che bisticciavano per stabilire di chi fosse la colpa dei loro problemi economici gli dava la nausea. Simon era specializzato in fallimenti, che spesso erano addirittura più seccanti dei divorzi, da cui aveva sempre girato alla larga. Chiamò i Pendergrast e annullò l’appuntamento sfoderando una delle tante scuse tipiche dell’avvocato che ha bisogno di tagliare la corda: c’era urgente bisogno di lui al tribunale federale. In realtà, nessuno aveva bisogno di Simon. La pratica più urgente sulla sua scrivania riguardava la compravendita di una gelateria dietro l’angolo, una transazione da 20.000 dollari che gliene poteva rendere al massimo un migliaio.
Di colpo, il suo tran tran legale gli sembrò insignificante. Un’anziana cliente con sedici milioni di dollari in azioni e altri in contanti era appena uscita dal suo studio con un testamento che, per il momento, nominava come successore il subdolo avvocatuccio che praticava proprio davanti a lui. Non riusciva a pensare ad altro. Non appena Matilda lo salutò, alle cinque spaccate, aspettò dieci minuti, prese l’auto e andò al bar di un motel dalle parti dell’interstatale, frequentato soprattutto da avvocati e giudici che non volevano farsi vedere con il bicchiere in mano. Non mancavano, comunque, quelli che invece bevevano spesso e volentieri senza farci troppo caso. Per fortuna era deserto, e Simon si rifugiò in un angolo buio con la sua birra a cercare di riordinare le idee.
Prima le cose più importanti. Per verificare che la sua cara Netty stesse dicendo la verità, doveva vedere il testamento. Gli era ancora difficile credere che un avvocato, qualsiasi avvocato, fosse stato così sfacciato da intestarsi l’accesso incondizionato a un patrimonio enorme. Eppure, il fatto che lui, l’avvocato Simon Latch, stesse pensando di fare qualcosa di molto simile gli fece capire che sì, era possibile. Alla morte di Netty c’era da aspettarsi una battaglia legale, una tempesta di ricorsi a destra e a manca, ma a condurre le danze sarebbe stato, in qualità di unico amministratore del patrimonio, Wally Thackerman.
Ovviamente non si parlava di un capitale di venti milioni. A quanto ricordava, le tasse di successione statali e federali ammontavano al quaranta per cento, e si potevano evitare quasi tutte soltanto con la detrazione coniugale. Tuttavia, siccome Netty non si era risposata, la sua eredità era indifesa, esposta agli assalti degli esattori fiscali. Otto milioni di tasse se ne sarebbero andati in fumo. L’idea di sganciare così tanto al governo gli fece provare autentico dolore.
Ma dodici milioni rimanevano più di quanto avrebbe guadagnato in trent’anni lavorando all’angolo tra Main e Maple Street. Gli tornò in mente una cosa che aveva letto sul giornale. Prima della sospensione dei lavori di dicembre, il Congresso aveva provato a ritoccare le aliquote fiscali. Non ricordava i dettagli, e aggiornarsi non era certo il suo forte, considerato che i suoi clienti non si preoccupavano mai delle tasse sulle donazioni e sulle successioni.
Chiamò un ex compagno di università che esercitava in un prestigioso studio di Washington, a un’ora da lui. Dopo i soliti convenevoli, andò al dunque. Dirk, il suo amico, rise. «Ma dài, Simon, non ti è ancora arrivata la grande notizia?»
«Direi di no.»
«Il Congresso ha chiuso la sessione senza abrogare l’emendamento.»
Simon non era sicuro di aver capito, e preferì non rispondere. Tanto Dirk era uno a cui piaceva parlare. «Quei pagliacci hanno fatto un pasticcio gigante. L’accordo sulle tasse di successione è andato all’aria, nessun compromesso, nessuna tassa. Zero, niente, nada. Per i prossimi dodici mesi non ci saranno imposte di successione federali, e considerato che la maggior parte degli Stati di solito si adegua, questo è il momento perfetto per morire. Di’ pure ai tuoi clienti decrepiti di sistemare la contabilità e staccare la spina. Festeggiano un Natale con tutti i crismi, e poi adiós. I loro figli e nipoti li adoreranno più che mai.»
«Ma certo! L’avevo sentito. Che disastro.»
«Come ci si poteva aspettare, visti i tempi che corrono.»
Il discorso cominciava a tendere pericolosamente verso la politica, perciò Simon cambiò registro e domandò come stava un altro loro ex compagno alle prese con il cancro. Siccome lui e Dirk erano avvocati molto impegnati, riuscirono a chiudere la conversazione con la promessa di vedersi presto.
Rieccoci a venti milioni! Simon ordinò un’altra birra e pensò a lungo alla telefonata. Più tardi avrebbe fatto qualche ricerca online per capire perché il Congresso aveva permesso che gli introiti delle tasse di successione svanissero. Certo, come se ci fosse qualcosa di logico nelle decisioni del Congresso.