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Due persone licenziate per un asterisco: cosa sappiamo del caso del Polo Culturale di Grosseto

La Fondazione Grosseto Cultura non rinnova la convenzione per la gestione del Polo Culturale Clarisse al collettivo Clan che sostiene sia per un asterisco inserito in una newsletter.
A cura di Cristina Somma
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La galleria del Polo culturale Le Clarisse di Grosseto
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Un asterisco può compromettere un posto di lavoro? A Grosseto scoppia il caso dopo che non è stata rinnovata la convenzione al collettivo giovanile Clan da parte del cda di Fondazione Grosseto Cultura per la gestione del Polo culturale Clarisse. Secondo la cooperativa il rinnovo non sarebbe avvenuto a causa di un asterisco inserito in una newsletter in cui si invitavano dei ‘bambin*' alla partecipazione ad alcuni laboratori. Le due persone di Clan che gestivano il servizio del Polo culturale Le Clarisse, quindi, hanno perso il lavoro. La Fondazione nega che ci siano stati licenziamenti, ma si tratterebbe solo di cambiamenti a seguito della scadenza di una convenzione. La polemica nei confronti dell'asterisco è stata sollevata nei giorni scorsi dalla presidente della commissione pari opportunità e consigliera della lista civica che ha sostenuto il sindaco di Grosseto Antonio Vivarelli Colonna, Carla Minacci. "Non si capisce – dice Minacci a Maremma Oggi – l'esigenza di fare iniziative culturali nascondendosi sotto un falso asterisco. I maschi sono maschi, le femmine sono femmine, tutto il resto fa parte di un pensiero strumentale".

La reazione del cda di Grosseto Cultura, composto non solo da soci privati, ma anche da una maggioranza di componenti del Comune di Grosseto di centrodestra, sarebbe arrivata nell'immediato, chiedendo chiarimenti al direttore delle Clarisse, delle scuse e la rettifica da parte di Clan per la scelta dell'asterisco con un testo concordato. Il collettivo ha respinto le condizioni spiegando, in un'intervista a Repubblica Firenze, che non c'è stata malizia nella stesura del testo, era solo una bozza e non aveva intenzioni di natura politica. Concetto che è stato ribadito anche sulla pagina Facebook dell'associazione, aggiornando l'immagine del profilo con una grafica che raffigura la scritta Clan con un asterisco nella ‘a' e un messaggio: "Buongiorno a tutti! Per dovere di cronaca dobbiamo puntualizzare che la nostra associazione non ha utilizzato nessun asterisco nelle comunicazioni ufficiali degli eventi del Polo culturale Le Clarisse – Grosseto perché la comunicazione è compito dell'ufficio stampa della Fondazione PuntoCom ufficio stampa".

Il centrodestra ha appoggiato la denuncia di Carla Minacci, mentre il Pd locale è intervenuto chiedendo le dimissioni del presidente della Fondazione Grosseto Cultura e di tutto il cda "per l'approccio oscurantista" e sollecitando di procedere "con un'interrogazione in consiglio comunale per avere spiegazioni ufficiali da sindaco e assessore alla cultura su una decisione tanto grave quanto ridicola". Secondo le donne democratiche la decisione del cda di Fondazione Grosseto Cultura è uno schiaffo in faccia ai diritti, mentre il collettivo Queer ribadisce che "si tratta di un sistema marcio fin nelle fondamenta" e per questo ha in programma per venerdì 5 gennaio un'assemblea al circolo Arci Khorakhanè di Grosseto a sostegno dei lavoratori che sono stati licenziati.

Il Cda della Fondazione Grosseto Cultura risponde alle accuse con una nota scritta, sostenendo che "nessun licenziamento è imputabile alla vicenda dell'asterisco" e il mancato rinnovamento delle convenzioni è dovuto a "una scadenza naturale giunta il 31 dicembre 2022, come già successo con altri fornitori, con l'unica ed esclusiva motivazione di assicurare un miglioramento funzionale e tecnologico dei servizi nelle strutture mussali gestite da Fondazione e garantire nel contempo un risparmio economico". La smentita, secondo la Fondazione Grosseto Cultura, è testimoniata dal fatto che "il rinnovo della convenzione per l'anno 2023 è stato proposto e sottoposto a Clan anche dopo che il ‘caso asterisco' è diventato di pubblico dominio". L'accordo non sarebbe stato rinnovato perché il cda di Fondazione Grosseto Cultura nella fase di trattative conseguente alla rimodulazione della convenzione con Clan "ha ritenuto opportuno prendere in considerazione anche le offerte di altri soggetti, sempre con l'intenzione di ottenere il miglior risultato possibile, compatibilmente con le risorse disponibili in un bilancio che vogliamo resti soddisfacente. Tutte le proposte presentate da altri potenziali gestori assicurano a Fondazione Grosseto Cultura l'intero incasso dei biglietti e non solamente una parte com'era previsto finora".

Altra attenuante che testimonierebbe la scelta del mancato accordo, a prescindere dal ‘caso asterisco', per una riorganizzazione generale sarebbe la decisione di non rinnovare le convenzioni con altre due cooperative: Le Orme e Silva che fino al 31 dicembre 2022 hanno prestato servizio al Museo di storia naturale della Maremma.

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