Di cosa parla la poesia di Pier Paolo Pasolini alla Maturità 2025 tratta dall’Appendice I de “I Diari”

Tra le tracce della prima prova dell'esame di Maturità 2025 (la Tipologia A) è uscito un testo di Pier Paolo Pasolini tratto dalla raccolta delle sue poesie pubblicate per i Meridiani Mondadori e curato da Walter Siti. La traccia fa parte dell'Appendice I "Dal diario (1943-1945) ed è priva di titolo "come sovente si riscontra nella vasta produzione di Pier Paolo Pasolini" come si legge anche nella traccia da cui gli studenti dovranno presente sinteticamente il contenuto e individuare le figure retoriche, la funzione della Luna nella poetica del poeta e il significato che si può attribuire al canto dei grilli.
Il testo tratto da Appendice I Dal diario (1943-1945)
Il testo presentato dal Ministero dell'Istruzione è tratto dall'Appendice I Dal diario (1943-1945) che fa parte della raccolta Tutte le poesie di Pier Paolo Pasolini, uno degli intellettuali contemporanei italiani più influenti, autore di romanzi, saggi, articoli di giornali e di poesie. Questo è il testo proposto:
Mi ritrovo in questa stanza
col volto di ragazzo, e adolescente,
e ora uomo. Ma intorno a me non muta
il silenzio e il biancore sopra i muri
e l'acque; annotta da millenni
un medesimo mondo. Ma è mutato
il cuore; e dopo poche notti è stinta
tutta quella luce che dal cielo
riarde la campagna, e mille lune
non son bastate a illudermi di un tempo
che veramente fosse mio. Un breve arco
segna in cielo la luna. Volgo il capo
e la vedo discesa, e ferma, come
inesistente nella stanca luce.
E cosi la rispecchia la campagna
scura e serena. Credo tutto esausto
di quel perfetto inganno: ed ecco pare
farsi nuova la luna, e – all'improvviso –
cantare quieti i grilli il canto antico.

Il commento alla poesia di Pier Paolo Pasolini alla Maturità 2025
Le poesie raccolte in questa sezione sono state scritte quando Pasolini era a Casarsa, luogo natìo della madre dove lo scrittore visse durante la seconda guerra mondiale e nel dopoguerra ed è proprio lì che cominciò la propria attività di insegnante e intellettuale. In questa poesia torna la stanza del giovane poeta che è il luogo costante in cui scrive e da cui osserva il mondo e la propria solitudine: Pasolini ha vissuto lì quando era ragazzo e ora che è uomo e nonostante lui cambi e cresca intorno a lui le cose restano come sono ("intorno a me non muta il silenzio e il biancore sopra i muri e l'acque"). E lì lo scrittore comincia a scoprire l'amore ("Ma è mutato il cuore") con un'allitterazione della "m" (troviamo anche la "s" di scura e serena"). La campagna friulana diventa uno specchio in cui guardarsi, la natura diventa tutt'uno con il proprio sentimento, pescando a piene mani in un rpeertorio che da sempre unisce l'uomo alla Natura, appunto. La luna è un continuo riferimento per il poeta, ed è presente in tutte le poesie che precedono e seguono questa, all'interno della raccolta, mentre i grilli uniscono i tempi antichi a qualcosa che può rinnovarsi.
Pasolini e la poesia
Nell'introduzione al Meridiano su Pasolini Fernando Bandini scrive che "Un discorso critico che si ponga di fronte alla totalità dell'opera poetica di Pasolini deve fare i conti con la eterogeneità delle esperienze che la contraddistinguono nel corso degli anni. L'unica cosa che permane identica a se stessa è il modo con cui, nella teoria e nella pratica, Pasolini pensa alla scrittura poetica come scrittura privilegiata, luogo dell'assoluto, dove ogni asserzione diventa verità e il privato può presentarsi come un universale". E a questa tensione verso la peosia tende anche ilmresto dell'opera dell'artista friuliano, compreso il Cinema.
Bandini continua raccontando l'importanza della poesia nell'opera pasoliniana: "Pasolini è un poeta che cerca la propria forma al di là (al di sopra?) dello stile, mimando ogni volta una nuova figura di sé attraverso una pronuncia sacrale, "sciamanica" dei testi (è Zanzotto a par lare di un Pasolini-sciamano). Ed è a sua volta illegittimo trattare l'opera poetica di Pasolini come un fatto autonomo e concluso in se stesso. I generi diversi che Pasolini affronta simultaneamente (romanzo, teatro, cinema, la stessa attività saggistica) costituiscono un unicum agglutinato e compatto. Fermare l'attenzione sull'opera in versi è in qualche maniera tagliere in gran parte l'orizzonte vasto e inquieto in cui essa va collocata. L'unica legittimità di un discorso circoscritto alla sola poesia viene dal fatto che esso può recare un contributo alla comprensione di una personalità tra le più complesse del Novecento".
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