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“Dalle tasche di Mussolini non cadde una monetina”: come nasce la frase di Walter Chiari e non Churchill

Ecco come nasce la frase su Mussolini e le monete diventata virale in queste ore dopo l’errore di Magliaro a Che sarà.
A cura di Francesco Raiola
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In queste ore è diventato virale un video tratto da Che sarà, il programma di Rai 3 condotto da  Serena Bortone – quello della censura al monologo di Antonio Scurati sul 25 aprile – in cui Massimo Magliaro, presidente della Fondazione Almirante – e ospite fisso nei talk show a difendere le posizioni dell'estrema destra (pochi giorni fa, a Dimartedì, si definì fascista) – sbaglia una citazione e viene ripreso in diretta, provocando l'ilarità e le risa del pubblico in studio. Magliaro, infatti, mentre il giornalista Federico Fubini, autore del libro "L'oro e la Patria" parlava dei soldi di Mussolini, attribuisce a Winston Churchill la frase: "Da Mussolini appeso non cadde nemmeno una moneta. Non è una frase mia, è di Churchill".

L'intervento serviva a difendere Mussolini (sic) dall'accusa di essersi arricchito ai danni della popolazione, solo che la frase non era stata detta dall'ex Primo Ministro inglese, come Magliaro cercava di dire dando autorevolezza a questa difesa mussoliniana, bensì da Walter Chiari durante uno spettacolo. La frase, infatti, come riportano Mauro Canali e Clemente Volpini nel libro "Mussolini e i ladri di regime" fu detta dall'attore durante uno spettacolo:

Nel 1975, a Genova, durante un suo spettacolo, l’attore Walter Chiari lanciava una provocazione al pubblico con una battuta che suonava più o meno così: «Quando fu appeso per i piedi a Piazzale Loreto, dalle tasche di Mussolini non cadde nemmeno una monetina. Se i nuovi reggitori d’Italia subissero la stessa sorte, chissà cosa uscirebbe dalle tasche di lor signori!». L’attore, con trascorsi giovanili nella X Mas del principe Borghese, esprimeva un luogo comune della destra italiana e, più in generale, dei settori qualunquisti e conservatori dell’opinione pubblica. Ma dai documenti d’archivio oggi disponibili affiora una realtà molto diversa

Durante la trasmissione Fubini ha corretto immediatamente Magliaro che ha balbettato una difesa, spiegando come, al contrario, Mussolini si sia arricchito. Lo confermano anche Canali e Volpini, nel libro inchiesta pubblicato da Mondadori:

Quando il 25 luglio 1943 cadde rovinosamente, Mussolini era un uomo ricco, proprietario di terreni, di immobili e di un imponente complesso tipografico, beni che saranno valutati, nel 1950, circa 2 miliardi. I vent’anni di potere assoluto avevano reso il povero maestrino e la «contadina sempliciona e rozza» di Predappio due ricchi borghesi. La rappresentazione che più volte si è tentato di fare – quella dell’uomo politico lontano dalle lusinghe del lusso e della donna dallo stile di vita frugale, estranea a qualunque richiamo del potere e del possesso – non regge di fronte all’elenco delle proprietà da loro accumulate durante gli anni del regime, sparse nelle tre province che avevano visto svolgersi la parabola politica dell’ex rivoluzionario romagnolo.

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