257 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Chagall: dieci cose che forse non sai sul pittore di scene da sogno

In vista della mostra che il Chiostro del Bramante dedica a Marc Chagall, scopriamo 10 curiosità sull’autore dei quadri di fiabe.
A cura di Gabriella Valente
257 CONDIVISIONI
Immagine

Dopo l’esaltante mostra di Palazzo Reale a Milano, anche Roma omaggia l’amatissimo Marc Chagall con la nuova esposizione “Chagall. Love and life”, in programma al Chiostro del Bramante dal 16 marzo al 26 luglio. In vista di questo evento, scopriamo 10 curiosità poco note che riguardano l’appassionato e visionario artista.

1. Commesso o pittore?

Il destino del giovane Marc, secondo i piani dei genitori, era quello di lavorare nel negozio di aringhe seguendo le orme paterne. Le sue aspirazioni invece, da bambino, oscillavano tra la musica, la danza e la poesia, fino a quando un compagno di classe, guardando i suoi disegni, gli disse “Ma tu sei dunque un vero artista?”. Resosi conto della sua vera passione, Marc trovò il coraggio per dire alla madre: “Mamma, voglio fare il pittore”. “Cosa? Un pittore? Sei pazzo tu, non mi seccare”, rispose la donna. L’arte nella famiglia Chagall non era tenuta in gran considerazione, tanto più una bizzarra arte “che non rende nemmeno la somiglianza!”. Ed infatti molte delle tele realizzate nella casa paterna venivano usate per coprire i pavimenti o spesso finivano nel granaio e lì dimenticate.

Marc Chagall, 1966
Marc Chagall, 1966

2. Problemi a scuola

Le uniche materie gradite a Marc erano la geometria e il disegno. Gli anni della scuola, in adolescenza, non furono idilliaci per il piccolo artista: si intimidì sempre più, pur sapendo la lezione balbettava durante le interrogazioni, ebbe problemi in condotta e fu persino bocciato.

3. Fame e povertà

Per lunghi periodi della sua vita Chagall patì la fame: durante l’infanzia e l’adolescenza nella casa paterna a Vitebsk, in Russia, c’era poco da mangiare per la famiglia che contava, oltre ai genitori e i nonni, ben nove figli. Ma anche durante i soggiorni a Pietroburgo, a Mosca o a Parigi, l’artista era spesso senza denaro per comprare del cibo: a Parigi, ad esempio, mangiava qualche tozzo di pane e mezza aringa al giorno, un giorno la testa, quello dopo la coda; inoltre non potendosi permettere delle tele dipingeva su tovaglie, lenzuola o pezzi di camicie da notte.

4. Il carcere

Il nostro pittore trascorse più di una settimana in carcere. Fu arrestato a Pietroburgo, essendo entrato in città senza il salvacondotto necessario per lui, ebreo che veniva dalla periferia. A quanto dice l’artista, i giorni in gattabuia furono giorni felici, perché poté starsene tranquillo, sfamarsi e disegnare in pace.

Immagine

5. Sul tetto

Nei suoi racconti d’infanzia, il pittore spiega che, quando dipinge i colorati personaggi sui tetti delle case, non sta lavorando molto di fantasia: nei villaggi russi, infatti, gli ebrei salivano davvero sui tetti delle loro piccole case per sfuggire alle alluvioni o agli incendi. Chagall ci saliva per contemplare la sua città dall’alto o per starsene in solitudine, come d’altra parte faceva spesso anche suo nonno.

6. Un pittore vanitoso

Incuriosito dal proprio volto e alquanto vanitoso, Marc passava molto tempo ad osservarsi allo specchio e, come confessa nella sua autobiografia, non esitava a segnarsi un po’ gli occhi, ad arrossarsi leggermente le labbra, a mettersi del rosso sulle guance.

7. Parigi e il Louvre

La prima impressione che Chagall ebbe di Parigi, una volta trasferitosi, non fu per nulla positiva: “Solo la grande distanza che separa Parigi dalla mia città natale mi ha trattenuto dal tornarvi immediatamente”. Fu il Louvre a metter fine alle esitazioni del pittore che si consolava contemplando Rembrandt, Chardin, Delacroix, Courbet, Monet e gli altri maestri esposti nel museo.

Chagall e Picasso, 1948, Valluris, Francia
Chagall e Picasso, 1948, Valluris, Francia

8. “Non ci tengo a vestirmi”

Sempre dai racconti dell’autobiografia di Chagall scopriamo che il pittore era solito lavorare nudo: “Prima di entrare nel mio atelier il visitatore doveva sempre aspettare. Era per darmi il tempo di mettermi in ordine, di vestirmi, perché lavoravo nudo. In genere non tollero i vestiti, non ci tengo a vestirmi e mi vesto senza nessun gusto”.

9. Bella e il colpo di fulmine

Il primo incontro dell’artista con Bella, la donna della sua vita, colei che vola sulle sue tele, è legato in verità ad un’altra donna. Marc vide Bella per la prima volta a casa di Thea, che all’epoca era la sua fidanzata; non appena la vide, se ne innamorò: “Bruscamente sento che non è con Thea che dovrei essere, ma con lei!”.

Soffitto di Palais Garnier, Opéra di Parigi
Soffitto di Palais Garnier, Opéra di Parigi

10. L’Opéra di Parigi

Tra i tantissimi disegni e dipinti, Marc Chagall è autore inoltre di vetrate, affreschi, arazzi ed altre opere monumentali. Tra le più rilevanti c’è il soffitto dell’Opéra di Parigi, quel Palais Garnier che il pittore ha reso ancora più prestigioso con il suo enorme dipinto, realizzato su un telaio removibile e rappresentante le opere di 14 compositori (Mozart, Wagner, Berlioz, Debussy, Ravel, Stravinsky, Tchaikovsky, Verdi, Beethoven, Rameau, Adam, Bizet, Gluck, Moussorgsky).

Immagine principale: Marc Chagall, Gli amanti in blu, dettaglio, 1914
257 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views