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Cantava Take on me con gli A-ha, ora Morten Harket combatte contro il Parkinson: “Non voglio arrendermi”

Il frontman degli A-ha Morten Harket ha reso pubblica la sua battaglia contro il morbo di Parkinson. La band norvegese ha condiviso la notizia attraverso un comunicato sul proprio sito ufficiale, spiegando ai fan che il cantante negli ultimi anni ha dovuto “lottare contro il proprio corpo”.
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"Non è il tipo di notizia che chiunque vorrebbe dare al mondo, ma eccola qui: Morten ha il Parkinson", così si legge nel comunicato ufficiale degli A-ha, la storica band di Take on me. In una conversazione con il biografo della band Jan Omdahl, Harket ha mostrato una lucidità sorprendente nell'affrontare la sua condizione: "Non ho alcun problema ad accettare la diagnosi. Col tempo ho fatto mio l'atteggiamento di mio padre di 94 anni verso il modo in cui l'organismo gradualmente si arrende: ‘Uso quello che funziona'".

Il cantante ha spiegato che una parte di lui desiderava rendere pubblica la notizia: "Come ho detto, riconoscere la diagnosi non è stato un problema per me; è la mia necessità di pace e tranquillità per lavorare che mi ha trattenuto. Sto facendo del mio meglio per impedire che tutto il mio sistema vada in declino".

"È difficile gestire gli effetti collaterali dei farmaci"

Harket ha descritto con onestà la complessità del vivere con il Parkinson: "È un difficile equilibrio tra prendere i farmaci e gestire i loro effetti collaterali. C'è così tanto da valutare quando stai emulando il modo magistrale in cui il corpo gestisce ogni movimento complesso, o le questioni sociali e gli inviti, o la vita quotidiana in generale". Nel comunicato viene riferito che il cantante già nel 2024 si è sottoposto a una procedura neurochirurgica. L'intervento ha comportato l'impianto di elettrodi nella parte profonda del lato sinistro del cervello, collegati a un piccolo dispositivo simile a un pacemaker, inserito sotto la pelle della parte superiore del torace, che invia impulsi nel cervello.

Il successo del trattamento

Harket ha risposto bene al trattamento, considerato tra i più avanzati disponibili in neurologia. Gli impulsi corretti raggiungono ora il suo cervello, facendo praticamente scomparire i sintomi fisici. A dicembre, ha subito una procedura simile sul lato destro del cervello, anch'essa coronata da successo. Nonostante riesca ancora a guidare in Norvegia, alcune funzioni del suo corpo rimangono alterate. L'unico problema è proprio la voce, che non è più quella di prima.

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