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Alfa: “A 17 anni non avrei retto questo successo. Due giorni di shock per Ed Sheeran, ora sogno Jovanotti”

Alfa ha pubblicato a un anno di distanza la deluxe editioni di Non so chi ha creato il mondo, ma so che era innamorato: all’interno anche il successo di A me mi piace con Manu Chao. Qui l’intervista al cantante ligure.
A cura di Vincenzo Nasto
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Alfa, 2025
Alfa, 2025

Alfa, nome d'arte di Andrea De Filippi, sta raccogliendo finalmente i frutti di un anno memorabile: l'arrivo a Sanremo con Vai!, l'uscita di Non so chi ha creato il mondo ma so che era innamorato (già certificato disco di platino) e poi il successo de Il Filo Rosso, l'incontro con Manu Chao che si trasforma in A me mi piace. E solo nelle ultime settimane l'uscita della deluxe del disco che la contiene, ma soprattutto l'incontro con Ed Sheeran, con cui ha cantato A Team prima del suo concerto allo stadio Olimpico di Roma. Tutto questo prima di partire per un lunghissimo tour estivo, che arriverà anche nelle principali città europee, prima di culminare con un tour nei palazzetti. Qui l'intervista ad Alfa.

Com'è stato incontrare Ed Sheeran e suonare assieme? 

Per me è stato bellissimo. Anche perché ho imparato a suonare la chitarra con una sua canzone che è A Team. Quando l'ho sentita nel 2011 mi sono innamorato: avevo visto anche il video musicale su MTV, da lì è stato proprio un imprinting. Cantare con lui quella canzone è stato come un cerchio che si chiude: poi è un personaggio incredibile, un artista gigantesco.

Siete rimasti in contatto?

Ci siamo scambiati i contatti, vediamo cosa potrebbe nascere. In ogni caso, per me è stato incredibile aver parlato con lui di musica, di songwriting, del suo percorso: sono stato sotto shock per due giorni.

Che momento stai vivendo?

Senza dubbio un momento di grande felicità e orgoglio. Tra Il filo rosso, A me mi piace, il tour nei palazzetti e la collaborazione con Ed Sheeran, i motivi per essere felice non mancano, almeno dal punto di vista lavorativo. Ma sono felice anche sul piano umano perché tutto questo è successo dopo sette anni di lavoro. Non è un successo figlio del momento, ma il risultato di un percorso costruito passo dopo passo. E questo mi fa sentire più strutturato emotivamente, anche per gestire eventuali pressioni.

In passato avresti avuto problemi a gestire tutto questo?

Probabilmente, se fosse successo a 17 anni, non l’avrei gestito allo stesso modo. Poi mi sto divertendo. Non ho prenotato vacanze quest’estate, ma non ne sento il bisogno. Scrivere canzoni, viaggiare, fare tour, tutto questo per me è vacanza. Sono stanco, ma felice. Come quando torni dal mare e ti chiedi: ‘Ma cosa ho fatto tutto il giorno?'. Eppure sei esausto e soddisfatto.

Senti il peso di questi sette anni di percorso? Hai la sensazione di dover sempre aggiungere un nuovo tassello?

Più che un peso, ho un desiderio forte: sento ancora di dover migliorare come musicista, come autore. Non vivo questa urgenza come un’ansia, ma come una missione. È come se avessi ancora tanto da dimostrare, e questa per me è più un’ossessione che un peso. Un’ossessione sana, che mi spinge a metterci passione, a cercare sempre di superarmi.

Se potessi parlare all’Alfa del 2022, quello di 5 minuti, chiuso in casa con il Covid-19, cosa gli diresti?

Quello è stato uno dei momenti più difficili della mia vita. Mi chiedevo davvero se fosse destino per me fare musica. Quel giorno, con la febbre e tutto il resto, è stato un colpo durissimo. L’unico consiglio che gli darei è: ‘Mantieni la tua ossessione.' Perché proprio quell’anno, dalla rabbia e dall’insoddisfazione, è nata Bellissimissima. Credo che l’insoddisfazione, se incanalata nel modo giusto, possa essere un motore incredibile. C’è chi si arrende, chi si lamenta. Ma c’è anche chi trasforma quella frustrazione in spinta, e io mi auguro di essere stato tra quelli. Ho continuato a scrivere canzoni semplicemente perché non so fare altro.

C’è stato invece un momento in cui hai sentito che tutti i pezzi del puzzle si allineavano? Che questa era davvero la tua strada?

Non completamente, non ancora. Però una bella botta d’autostima è arrivata dopo Sanremo. Per me era la prova del nove artistica. Mi dicevo: ‘Magari arrivo 24º, e va bene così'. Ma poi sono arrivato decimo, ho fatto bene anche nella serata delle cover. Quella è stata una conferma importante, mi ha fatto capire che ero sulla strada giusta. Però non sono ancora arrivato a pensare: ‘Questo è il mio momento, è il mio destino'. Spero arrivi quel momento.

Parliamo dell’album. Ti senti in una fase di conferme?

Sì. Non so chi ha creato il mondo, ma so che era innamorato, con la sua versione deluxe, è una tappa importante. Se oggi esistono Il filo rosso o A me mi piace, è anche grazie a quel disco. È stato l’inizio di un percorso sonoro. Ma con la testa sono già al prossimo album. Sto scrivendo tanto, sento che le mie priorità stanno cambiando, sto studiando chitarra e pianoforte. Quest’anno, durante il tour, suono tanti strumenti: chitarra, piano, ukulele, chitarra elettrica. Per me l’essere un artista passa dallo strumento prima che dalla voce. Da ragazzino volevo fare il chitarrista, quindi sto lavorando tanto per migliorarmi. Vorrei che tra un anno fosse chiaro a tutti il mio progresso.

Il brano Anna sembra aprire una nuova direzione anche testuale. È così? Da dove nasce quella canzone?

Anna l’ho scritta a 19 anni. Ma per anni non è uscita perché non trovavo la produzione giusta. La sentivo cinematografica, epica. All’inizio era solo voce e chitarra, poi il mio pianista e il mio batterista si sono messi al piano e, quasi per caso, è nata la melodia. È una melodia che emoziona anche senza il testo. Mi piacerebbe che fosse l’inizio di un percorso narrativo, amo la figura del cantastorie, come quelli della scuola genovese. Raccontare storie vere, anche in chiave pop. Anna non parla di una persona reale, è ispirata da una puntata di Chi l’ha visto. Racconta una fuga da casa, un tentativo di scappare da un passato con cui però bisogna fare i conti, perché siamo tutti, in parte, il risultato degli errori dei nostri genitori. E se non si fa pace con questo, si resta incompiuti. Anna non fa in tempo a farlo, e questa è la sua tragedia.

C’è una storia personale che trovi difficile da raccontare in musica?

Sì, ed è già uscita. Si chiama 5 minuti. È la canzone più difficile che io abbia mai scritto. Parla di un trauma, e anche dal vivo è tosta da cantare. Ti lascia nudo. È l’unica che, anche dopo tante esibizioni, continua a colpirmi allo stomaco. Non so se sono pronto a scrivere un’altra 5 minuti. Se accadrà, sarà per istinto, non per scelta.

Come vivi questo periodo così pieno di soddisfazioni?

La felicità c’è, ma porta con sé anche responsabilità. Quando vedi 5 mila persone in un palazzetto, ti chiedi: ‘Come ci sono arrivate tutte queste persone?', però cerco di tenere una distanza tra il successo e la mia identità. Io non sono il mio successo. Io sono le persone che ho accanto, la mia musica, le serie viste con la mia vicina di casa. Celebrare i successi è giusto. La prima volta che sono arrivato primo con l’album, ho portato tutta l’etichetta a pranzo e ho offerto io, anche se sono genovese. (ride ndr). Ti permette di fissarla, quella felicità, di celebrarla.

Ti senti responsabile per loro?

Soprattutto, secondo me, la felicità quando è condivisa è molto più gratificante. Anzi, è proprio bello poter dire: ‘Ci sono un sacco di persone che lavorano al mio progetto, le voglio ringraziare'. Però è molto delicata questa cosa. Io, ad esempio, ne parlo tanto con la psicologa. Non voglio che il successo vada a colmare delle mie insicurezze, a sostituirle, dandoti quell’autostima massima che in realtà è effimera. Perché poi il successo è gassoso, va e viene, e quando se ne va ti lascia un buco e rimani irrisolto. Se invece il successo è semplicemente una cosa che ti gratifica, ma non ti fa volare con l’ego alle stelle, allora ti permette di vivere una vita normale, e soprattutto felice. Questo è un po’ il mio obiettivo.

So che non esiste una ricetta segreta, ma ti chiedo comunque: qual è la tua "ricetta" per vivere una quotidianità in cui il successo è semplicemente un elemento in più?

I miei amici, il mio gruppo di Milano, i miei genitori, le persone con cui lavoro. Sono tutte persone che non alimentano il fuoco dell’ego, diciamo così, perché nel mondo dell’arte è facile, quando le cose vanno bene, essere idolatrati, anche solo un po'. Essere cercati, rispettati, supportati in modo eccessivo. E tutto questo ha un peso sulla psiche. Invece le persone con cui lavoro mi parlano come due anni fa, senza nessun problema. Anzi, forse sono ancora più vicine, nel senso di un supporto autentico, se mai ne avessi bisogno. Credo che sia importante fare anche altro, non restare sempre lì a guardarti dall’alto. Io gioco a calcetto, prendo la metro, parlo con amici che stanno preparando gli esami all’università. E per me un concerto è come il loro esame. È importante, ma è una cosa tra le altre. Questo ti aiuta davvero tanto.

Perché secondo te, proprio adesso, Genova è tornata a essere uno degli epicentri della cultura musicale italiana? Con tanti giovani artisti, nuove idee, tanta musica che non si cura troppo dei confini di genere.

La musica è sempre più decentrata. Milano, Roma, Napoli possono essere città dove vai a vivere, ma non devono per forza essere città dove nasci o da cui parti. Credo che oggi la gente voglia sentire storie che arrivano dalle province. Non che Genova sia una città minore, eh. Però, io penso che la fame che ti dà una città dove dal lunedì al giovedì non sai che fare sia una spinta enorme. Io scrivevo canzoni perché, se uscivo, non c’era nessuno. È una città un po’ noiosa, sì, ma la noia è un valore. È un presupposto incredibile per la creatività. La noia ti spinge a creare. Napoli negli ultimi anni è diventata un polo culturale pazzesco, grazie alla musica, ma anche al calcio e al cinema. Genova, oggi, lo sta facendo con la musica. Ma potrebbe davvero diventare un centro culturale vero e proprio. Io penso che ci stiamo andando vicini. Non solo un centro musicale, ma proprio culturale. Una città che, secondo me, nei prossimi cinque anni aumenterà tantissimo il turismo, come è successo a Napoli. Io me lo auguro.

Che tipo di ascolti stai facendo in questo momento? E soprattutto, che rapporto hai con la musica degli altri?

Sto ascoltando tantissimo pop italiano, le canzoni che mi hanno cresciuto da piccolo, ma con un orecchio più tecnico. Quindi 883, Max Pezzali, Cremonini, Jovanotti, tutto quel mondo pop che mi è sempre piaciuto. Ma ora lo sto analizzando, lo ascolto in modo più analitico, non solo da fan. Poi c’è un artista che mi sta piacendo moltissimo: Noah Kahan. È un cantautore americano molto bravo, mi ricorda un po’ James Blunt, ma più country. Lo sto ascoltando tanto nell’ultimo anno. Anche se, ti dirò la verità, mi piace tantissimo anche il silenzio. In questi viaggi, tra un concerto e l’altro, i suoni del van che si muove sono molto rilassanti. A volte meglio di tante canzoni.

Dopo Ed Sheeran e Manu Chao, chi è il prossimo?

Eh, non lo so. Sicuramente c’è ancora spazio sul braccio per un altro tatuaggio, e sarebbe Jovanotti. È il mio artista preferito, quindi sì, mi piacerebbe davvero tanto collaborare con lui. Però dopo Ed Sheeran posso permettermi di sognare qualunque cosa. Il mio corpo ormai dice: “Vai, sogna pure in grande.” Però sì, Jovanotti sarebbe perfetto.

Il tour di Alfa

  • 01 luglio Marostica Summer Festival Volksbank, Marostica (Vi)
  • 03 luglio Piazza Duomo, Pistoia (Pt)
  • 07 luglio Flowers Festival, Collegno (To)
  • 11 luglio Area Porto Nuovo, Castellammare Del Golfo (Tp)
  • 12 luglio Villa Bellini, Catania (Ct)
  • 14 luglio Palazzo Farnese, Piacenza (Pc)
  • 25 luglio Arena Casa Rossa, Gorizia (Go)
  • 30 luglio Villa Bertelli, Forte Dei Marmi (Lu)
  • 03 agosto Fiorino Future Festival, San Giorgio Ionico (Ta)
  • 08 agosto Alguer Summer Festival, Alghero (Ss)
  • 11 agosto Ascoli Summer Festival, Ascoli Piceno (Ap)
  • 13 agosto Arena Del Mare Bcc Roma, Sabaudia (Lt)
  • 20 agosto Roccella Summer Festival, Roccella Jonica (Rc)
  • 30 agosto Arena Della Regina, Cattolica (Rn)
  • 30 settembre 2025, Barcellona, Sala Apolo
  • 02 ottobre 2025, Parigi, La Marbrerie
  • 04 ottobre 2025, Bruxelles, Pilar Box
  • 05 ottobre 2025, Londra, Scala
  • 07 ottobre 2025 Amsterdam, Melkweg
  • 09 ottobre 2025, Colonia, Helios
  • 08 novembre Modigliani Forum, Livorno
  • 19 novembre Prealpi Sanbiagio Arena, Conegliano Veneto
  • 20 novembre Palageorge, Montichiari
  • 22 novembre Stadium, Genova
  • 29 novembre Palazzo Dello Sport, Roma
  • 20 Aprile 2026 Unipol Forum, Milano
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