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Elezioni politiche 2018

Cosa succede adesso: quali sono le maggioranze di governo possibili sulla base dei seggi

Proviamo a capire quali scenari ci sono per i prossimi giorni: quali maggioranze e quale (possibile) Presidente del Consiglio.
A cura di Stefano Rizzuti
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Le elezioni politiche del 4 marzo hanno fornito un dato inequivocabile, con la forte ascesa del MoVimento 5 Stelle e della Lega e con il centrodestra prima coalizione del panorama politico italiano. Allo stesso tempo, però, nessuna forza politica è in grado di formare una maggioranza di governo e a tutti – a partire dal centrodestra e dal M5s, primo gruppo parlamentare – mancano molti seggi per raggiungere l’obiettivo. Adesso la decisione spetta al capo dello Stato: a Sergio Mattarella l’arduo compito di trovare il bandolo della matassa e trovare partiti e liste che insieme raggiungano la maggioranza dei seggi e possano governare.

I possibili governi di centrodestra

Numeri alla mano, al centrodestra mancano circa 50 seggi alla Camera per avere la maggioranza. Le ultime stime danno la coalizione guidata da Matteo Salvini a 267 parlamentari a Montecitorio, con la maggioranza a quota 316. Al Senato mancano invece 25 seggi. Dove potrebbe prendere questi voti il centrodestra? Difficile pensare che il M5s o il Pd accettino di sostenere un governo Salvini (in entrambi i casi si arriverebbe alla maggioranza senza problemi). Più plausibile che il centrodestra si appelli ai singoli parlamentari: una decina potrebbero essere coloro che verranno eletti col M5s ma che passeranno probabilmente al gruppo misto in quanto espulsi dal MoVimento. Difficile però pensare di poter racimolare, tra il centrosinistra e il M5s, più di 70 parlamentari nelle due Camere. Quindi, o alleanze con Pd o M5s o maggioranza molto difficile da raggiungere.

I possibili governi a guida M5s

Al MoVimento 5 Stelle mancano invece quasi 100 seggi alla Camera e circa 40 al Senato. Difficile pensare che il centrodestra sostenga un eventuale governo Di Maio o comunque a guida grillina, avendo la coalizione formata da Lega, Fi e FdI più seggi del MoVimento. Il M5s potrebbe allora guardare a sinistra: con i parlamentari del Pd raggiungerebbe la maggioranza. A questi potrebbero aggiungersi anche quelli di LeU (che sono troppi pochi per entrare realmente in gioco ed essere determinanti in qualsiasi alleanza). Ma le parole di molti esponenti del Pd e di Matteo Renzi finora sono state chiare: niente alleanze con il MoVimento.

Un governo M5s-Lega

Una delle ipotesi che circola da più tempo (già da ben prima del voto) è quella di un governo formato da M5s e Lega. I numeri ci sarebbero: gli oltre 220 seggi del MoVimento andrebbero a sommarsi con i circa 120 della Lega, arrivando così sopra i 340 alla Camera. Maggioranza ristretta ma raggiungibile anche al Senato (per un totale di circa 170 parlamentari). Argomenti in comune tra le due forze politiche non mancano, ma un accordo ad oggi sembra lontano. Anche perché nessuno dei due leader sembra disposto a cedere il suo titolo all’altro e a rinunciare alle poltrone dei ministri a Palazzo Chigi.

Un governo M5s-Fi-Pd

Un’altra possibilità che è il MoVimento 5 Stelle si rivolga alle forze più moderate degli schieramenti politici: da una parte Forza Italia e dall’altra il Pd. Come detto, al MoVimento basterebbe l’appoggio del Pd per avere la maggioranza in Parlamento, ma un esecutivo di larghissime intese con tutti e tre i partiti insieme potrebbe offrire molte più garanzie ai dem di non essere completamente schiacciati sulle posizioni imposte dai pentastellati, cercando di contrastare insieme a Forza Italia la forza dei numeri del M5s. Alla Camera questa alleanza conterebbe su 225 seggi circa del M5s, circa 100 di Forza Italia e altri 109 del Pd: per un totale di oltre 430 seggi. Discorso simile al Senato, con un totale di 220 seggi. In entrambi i casi i seggi di Pd e Fi insieme saranno quasi gli stessi del M5s, il che potrebbe rendere i partiti di Renzi e Berlusconi più centrali in qualsiasi trattativa, specie in caso di un governo di scopo o del presidente in caso di difficile formazione di una maggioranza.

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