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Controlli dei Nas nei ristoranti etnici, sushi e ‘all you can eat’: “La metà sono irregolari”

Controlli a tappeto dei Nas in tutta Italia hanno rilevato irregolarità gravi in quasi la metà dei ristoranti etnici e depositi di alimenti: “Particolare attenzione è stata riservata agli esercizi di ristorazione veloce e a quelli che adottano la formula ‘all you can eat’ per accertare che mantengano i livelli essenziali di corretta prassi igienica e la fornitura di materie prime idonee ad assicurare un livello accettabile di sicurezza per il consumatore”.
A cura di Davide Falcioni
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Chi ama i sapori esotici concedendosi di tanto in tanto un pranzo o una cena in un ristorante etnico farebbe bene ad accertarsi che il locale scelto rispetti tutti i requisiti in materia di salute pubblica: i controlli effettuati dai Nas dei carabinieri tra ieri e oggi  hanno accertato irregolarità in 242 strutture, quasi la metà dei locali ispezionati. In particolare i militari hanno trovato cibi scaduti, scongelati e ricongelati, mancato rispetto delle norme igieniche, etichette incomprensibili, importazioni vietate.

I controlli sono stati effettuati in tutta Italia su ristoranti etnici e depositi di alimenti provenienti dall'estero. L'incidenza è maggiore nel settore della ristorazione, specie negli ‘all you can it': nel 48% dei locali sono state riscontrate irregolarità. Le attività chiuse o sospese sono state 22, riscontrate 477 violazioni di legge e sequestrate 128 tonnellate di cibo. Inoltre irregolarità sono state individuate anche nel 41% dei controlli a grossisti e depositi di alimenti etnici. Sequestrate 128 tonnellate di prodotti ittici, carnei e vegetali per irregolarità e non idonee al consumo perché prevalentemente privi di tracciabilità ed in cattivo stato di conservazione, per un valore di 232mila euro.

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I Nas hanno scoperto magazzini abusivi di stoccaggio dei prodotti, cucine mantenute in pessime condizioni igienico-sanitarie, ambienti mancanti dei requisiti sanitari basilari, oltre che carenti strutturalmente e non adatti a garantire la sicurezza per i lavoratori. Sono stati applicati provvedimenti di chiusura o sospensione dell'attività per 22 imprese commerciali per un valore di 5,3 milioni di euro.

In totale sono state contestate 477 violazioni penali ed amministrative, deferiti all'Autorità giudiziaria 23 operatori del settore alimentare, mentre altri 281 sono stati sanzionati per infrazioni amministrative per 411mila euro. Complessivamente i reati maggiormente riscontrati, in totale 27, sono stati la frode in commercio e la cattiva conservazione degli alimenti. "Particolare attenzione è stata riservata agli esercizi di ristorazione veloce e a quelli che adottano la formula ‘all you can eat' per accertare che mantengano i livelli essenziali di corretta prassi igienica e la fornitura di materie prime idonee ad assicurare un livello accettabile di sicurezza per il consumatore", ha spiegato il generale di divisione dei Carabinieri Adelmo Lusi. "Il piano di controlli – ha aggiunto – è stato realizzato con una metodologia finalizzata alla verifica del rigoroso rispetto delle procedure di preparazione, conservazione e somministrazione degli alimenti, dello stato igienico e strutturale dei locali di ristorazione e degli esercizi di vendita al dettaglio di prodotti preconfezionati, del mantenimento della catena del freddo soprattutto in relazione ai cibi da mangiare crudi, estendendo la vigilanza anche ai canali di importazione e distribuzione delle derrate alimentari e delle materie prime provenienti da Paesi esteri, gestiti da aziende di commercio all'ingrosso, di deposito e di trasporto".

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Il ministro della Salute: "Ben vengano i ristoranti etnici, ma le regole valgono per tutti"

Sui controlli è intervenuta anche la Ministra della Salute Giulia Grillo: "Ben vengano le cucine etniche, a tutti piace il sushi, ma ‘all you can eat' non può fare rima con rischio di intossicazione alimentare: le regole valgono per tutti. Non si mette a rischio la salute dei cittadini con pratiche illegali per mantenere i prezzi stracciati. Spesso manca la conoscenza del nostro sistema di regole che è tra i più avanzati a livello mondiale e su questo bisogna lavorare – ha aggiunto – grazie ai nostri Carabinieri del Nas che fanno luce su un settore in grande espansione e richiamo soprattutto per le generazioni più giovani. A tutela di tutti sia ben chiaro che etnico non deve far rima con fuorilegge".

Particolarmente gravi le situazioni in alcune città. A Pescara, ad esempio, fanno sapere i Nas di aver scoperto "un deposito abusivo annesso ad un ristorate asiatico gestito da un cittadino cinese, privo della prescritta documentazione autorizzativa. Sottoposti a sequestro amministrativo 40 kg. di riso e 40 kg. di salsa giapponese nonché la birra, le confezioni d’acqua e le bottiglie di olii vari stoccati all’interno, per un totale di 952 lt.". Anche a Treviso  "sottoposti a sequestro amministrativo 85 quintali di prodotti alimentari etnici, pronti per essere commercializzati, rinvenuti all’interno di un deposito all’ingrosso, tutti recanti in etichetta una data di scadenza superata da diversi mesi. Inoltre la merce (salumi, dolci, bibite, preparati a base di carne ecc.) erano stoccati in maniera promiscua ad altri prodotti in corso di validità, in difformità a quanto stabilito dal manuale di autocontrollo aziendale. Al titolare del deposito, un cittadino kosovaro, oltre al sequestro degli alimenti, sono state contestate violazioni per carenze igienico-sanitarie".

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