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Conti della diocesi in rosso, il vescovo di Mazara indagato per appropriazione indebita

Per i Pm avrebbe intascato circa 180mila euro della diocesi. Indagato anche l’ex economo della Curia accusato di aver speso per altre finalità oltre 250mila euro destinati ai poveri.
A cura di Antonio Palma
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Appropriazione indebita per aver sottratto a scopo personale ingenti somme di denaro dai conti della diocesi che guidava. Questa la pesante accusa nei confronti del vescovo di Mazara del Vallo, monsignor Domenico Mogavero, iscritto nel registro degli indagati dalla Procura della Repubblica di Marsala nell'ambito dell'inchiesta sugli ammanchi nei conti della diocesi. L'ex sottosegretario della Conferenza episcopale italiana, conosciuto per il suo impegno con gli immigrati,  ha ricevuto oggi un avviso di garanzia insieme a don Franco Caruso, ex economo della stessa Diocesi che risulta indagato con lui. I pm di Marsala contestato al vescovo di essersi appropriato di circa 180mila euro attraverso accredito di somme dirette sul proprio conto corrente o assegni in proprio favore dai conti correnti intestati alla Diocesi di Mazara.

Secondo la stessa indagine, condotta dalla Guardia di Finanza e coordinata dal procuratore Alberto Di Pisa, don Franco Caruso invece si sarebbe appropriato di oltre 120mila euro mediante il prelievo di somme in contanti e l'emissione in proprio favore di assegni sempre tratti dai conti correnti della Diocesi. Al prete lo stesso vescovo non rinnovò il mandato di economo della diocesi quando si accorse, nell'estate del 2014, dei notevoli debiti accumulati negli ultimi anni dalla Curia.

Oltre a quella di appropriazione indebita per l'ex economo è scattata però anche l'accusa di malversazione perché, secondo gli inquirenti, avendo la disponibilità delle somme erogate dalla Cei destinate a interventi caritatevoli, avrebbe speso oltre 250mila euro per altre finalità. Un parte di questi soldi sarebbe andata anche a don Vito Caradonna, prete locale sospeso a divinis dopo una condanna per tentata violenza sessuale su un uomo.

"I fatti sui quali monsignor Domenico Mogavero è stato chiamato a rispondere sono risalenti agli anni 2010-2011 e attengono ad anomalie nella gestione dell’economato della Curia rilevate e denunciate alla Procura dallo stesso vescovo lo scorso anno. Al primo sospetto di irregolarità gestionale del servizio economato della Diocesi, Mogaver provvide ad incaricare due consulenti fiduciari per verificare la corretta applicazione della normativa canonistica e concordataria nella gestione della Diocesi, nonché accertare la regolarità della redazione dei rendiconti e dei finanziamenti della Cei" ha speigato il legale dle vescovo, l’avvocato Stefano Pellegrino, aggungendo: "Poiché dalle citate relazioni si evidenziarono condotte che avrebbero potuto integrare estremi di reato, il vescovo ritenne opportuno trasmettere alla Procura della Repubblica la consulenza dei dottori Roberto Ciaccio e Gianfranco Sciamone, manifestando la propria volontà querelatoria e chiedendo, al contempo, di essere sentito dal Procuratore della Repubblica".

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