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Confermato il ‘bonus nido’, addio al ‘bonus bebè’: cosa cambia nel 2018 per le famiglie

Nella legge di bilancio 2018 vengono confermati il ‘bonus nido’ e il ‘bonus mamme’, ma nel testo arrivato al Senato non c’è il bonus bebè. Alternativa Popolare critica le scelte del governo sulla famiglia e minaccia di non votare la manovra.
A cura di Stefano Rizzuti
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Tra le tante novità della legge di bilancio 2018 alcune che potrebbero avere un rilevante peso anche dal punto di vista politico riguardano i bonus per le famiglie e per la natalità. La manovra prevede infatti la conferma di alcuni incentivi già sperimentati negli scorsi anni, ma vede allo stesso tempo la scomparsa di altri. Tra i bonus confermati ci sono quello per gli asili nido, il cosiddetto bonus mamme e la card da 500 euro per i neo 18enni da spendere in attività culturali. Diversamente, non vengono confermati il bonus Stradivari per gli strumenti musicali, gli 80 euro per i militari e, soprattutto, il bonus bebè.

Il bonus asili nido consiste in un buono – di mille euro – che spetta ai genitori a partire dal 2017 per aiutare le famiglie a pagare le rette relative alla frequenza di asili nido pubblici e privati. La norma è stata introdotta con la legge di bilancio 2017 e prevede anche un rifinanziamento dei voucher baby sitter. Il bonus mamme ha invece un valore di 800 euro e può essere richiesto all'Inps da tutte le donne che sono diventate o diventeranno mamme nell'anno di riferimento. Qualunque donna sia almeno al settimo mese di gestazione può inoltrare la domanda per richiedere il bonus. A essere depennato dalla legge di bilancio 2018 è stato invece il bonus bebè, una misura con la quale venivano assegnati 80 euro mensili per un triennio alle famiglie con un Isee inferiore ai 25mila euro.

Ap minaccia di non votare la manovra

Proprio sui bonus per la famiglia è molto critica Alternativa Popolare: il partito di Angelino Alfano parla di una “finanziaria difficile da votare”, secondo quanto riferito da Laura Bianconi e Maurizio Lupi, presidenti dei senatori e dei deputati di Ap. “A parole tutti difendono la famiglia e sono preoccupati per il calo della natalità – dichiarano i due parlamentari -. Nei fatti la famiglia la bistrattano e i pochi provvedimenti a suo favore li annullano”.

Ap fa poi riferimento ai bonus inseriti nella scorsa legge di bilancio: “Nella manovra dell'anno scorso con il governo Renzi si era finalmente invertita la rotta e alla famiglia erano stati destinati 600 milioni di euro, dopo il bonus bebè era stato creato anche il bonus per le neo mamme. In quella consegnata ieri al Senato il bonus bebè è sparito. Si regalano soldi a pioggia a destra e a manca, mance e mancette che si potrebbero più prosaicamente definire marchette. Non ci bastano le migliaia di enti inutili già esistenti in Italia, con questa legge di bilancio ne creiamo di nuovi, agenzie varie di cui non si capisce il senso e l'utilità e delle quali non si sente francamente il bisogno”.

Lupi e Bianconi aggiungono:

Chiediamo che venga fatta pulizia di questi provvedimenti e che i fondi ad essi destinati vengano integralmente utilizzati per rifinanziare il bonus bebè, per aiutare cioè quei giovani cha hanno il coraggio di fare una famiglia e mettere al mondo dei figli. Ricordiamo bene le dichiarazioni del sottosegretario Boschi alla Conferenza nazionale della famiglia, disse che la famiglia è la ‘priorità del governo', parlò di ‘margini stretti' ma promise ‘un aumento dello stanziamento per le politiche familiari'. Disse che sarebbe arrivato ‘un segnale già nelle legge di bilancio', si spinse sino a parlare di ‘quoziente familiare e delle misure per contrastare la denatalità' e concluse assicurando che ‘il Pd comunque farà del tema del sostegno alle famiglie una bandiera della campagna elettorale'. Che cosa farà il Pd in campagna elettorale non ci interessa, ci preoccupa che cosa non sta facendo per la famiglia in questa legge di bilancio. Se i segnali promessi sono questi, sono pessimi.

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