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Condono, Salvini infuriato: “Riscriviamo tutto e il governo non salta, ma per scemo non ci passo”

L’ira di Matteo Salvini sul condono fiscale viene espressa in una diretta sui social in cui sottolinea che il M5s conosceva il testo del decreto fiscale: “Conte leggeva e Di Maio verbalizzava, per scemo non ci passo”, afferma. Il ministro dell’Interno assicura che il governo non salterà e che il decreto verrà riscritto domani.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini, si dice pronto a riscrivere il decreto fiscale e la parte sul condono, ma risponde alle accuse dei Cinque Stelle assicurando che conoscevano alla perfezione il testo e che non possono far passare la Lega per colpevole di una norma condivisa e approvata insieme. In una diretta sui suoi canali social, Salvini racconta cosa è successo quella sera in Consiglio dei ministri: “C’erano due protagonisti: uno leggeva e uno scriveva. Chi leggeva il testo incriminato? Era il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che ha tutta la mia stima. Galantuomo, persona corretta. Lui leggeva e di lui mi fido e verbalizzava Luigi Di Maio, altra persona corretta, coerente, con cui sto lavorando bene. Però passare per l’amico dei condonisti proprio no. Se c’era qualcosa che non andava bene, si alzava il telefono, si chiamava e si riscriveva tutto. Domani andiamo in Cdm non per litigare. Io non voglio far saltare niente, spero che anche i Cinque Stelle vogliano andare avanti. Però quando ci vuole ci vuole. Adesso passare noi per quelli che hanno fatto tutto no. Per scemo non ci passo”.

Il decreto verrà comunque riscritto: “Domani prendo l’aereo, vengo a Palazzo Chigi, riscriviamo tutto, chi se ne frega dei condoni. Anzi, anche il condono di Ischia non va bene”. “Rileggiamo, ridiscutiamo, riscriviamo – aggiunge –. Però ci tengo a lasciare agli atti la verità di quel Consiglio dei ministri da cui è nato questo caos sul condono di cui a me non può fregar di meno. Se qualcuno ha cambiato idea o era distratto, non si diano le colpe agli altri. E lo dico a beneficio degli elettori dei Cinque Stelle, quel decreto lo abbiamo scritto tutti insieme e nell’ultima versione è stato letto da Conte e verbalizzato da Di Maio. Poi è legittimo cambiare idea? Sì. È legittimo volerlo rifare? Sì, e lo rifacciamo. E io domani corro a Roma per questo. Voglio andare avanti con questo governo, con questa alleanza, sono pronto a battermi a Bruxelles, a Parigi e a Berlino. Però patti chiari e amicizia lunga”.

Salvini attacca il M5s anche su un’altra questione: “Oggi c’era la scadenza per gli emendamenti al decreto Salvini su sicurezza e immigrazione. Ma perché i parlamentari Cinque Stelle hanno presentato 81 emendamenti al decreto? Come se fossero all’opposizione? Ragazzi, non è così che si lavora, non è così che si governa e non è così che si fa tra alleati. Io chiedo scusa se sbaglio, però mantengo la parola. Spero che la notte porti consiglio, perché se presentate 81 emendamenti sul decreto, la fate lunga sulla legittima difesa o sull’autonomia… Io vado avanti, faccio finta di niente perché l’Italia vale enormi sacrifici”.

Credo – conclude il leader leghista – che abbiamo lavorato bene in questi mesi e lo faremo nei prossimi cinque anni, però senza dare colpe che non hanno ad altri. Se avete problemi interni voi non scaricateli sulla Lega, sul Paese e sul governo. Le cose si chiariscono tra amici, in maniera rispettosa”.

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