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Chiuso l’allevamento di visoni a Fossoli, esultano gli animalisti: “Ora basta con le pellicce”

L’allevamento di visoni di Fossoli di Carpi ha chiuso i battenti dopo oltre 60 anni di attività a causa della crisi economica. Esultano gli ambientalisti, che già nel 2015 avevano denunciato come solo qui venissero abbattuti oltre quattromila esemplari l’anno e che ora chiedono l’intervento del Parlamento italiano: “La campagna non si ferma fino a quando il divieto non sarà legge”.
A cura di Ida Artiaco
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Dopo 60 anni di attività l'allevamento di visoni di Fossoli di Carpi, in provincia di Modena, è stato chiuso. Da tempo al centro delle polemiche degli ambientalisti, che nel 2015 fecero addirittura un blitz per liberare gli animali, la decisione è stata presa a causa della crisi economica, come confermato dall'allevatore: a quanto pare, infatti, il mercato della pellicceria non è più florido come un tempo ed è sempre più difficile allevare una specie alloctona come quella del visone, senza contare i forti rischi ambientali in caso di fuga di esemplari o liberazione di animali. "Tre anni fa eravamo sopra i tetti dei capanni e incatenati alle gabbie, dove gli animali erano in attesa di essere scuoiati. Ora l'allevamento è vuoto – si legge sulla pagina Facebook dell'associazione Essere Animali, che esulta -. Un'ottima notizia per la nostra campagna per l'abolizione degli allevamenti di animali da pelliccia".

Secondo le stime dell'associazione, sarebbero stati abbattuti solo nell'allevamento di Fossoli di Carpi oltre quattromila esemplari all'anno. Per questo, il 30 novembre 2015 alcuni attivisti fecero un blitz per accendere i riflettori della stampa e dell'opinione pubblica sulla vicenda. Ora possono tirare un sospiro di sollievo, ma la strada è tutta in salita. In Italia, infatti, sono ancora attivi circa venti allevamenti di visoni, per una produzione annua di 160mila pelli, anche se dall'inizio degli anni Novanta il mercato delle pellicce è incredibilmente crollato. Già 12 paesi dell’Unione Europea li hanno vietati, alcuni anche con produzioni molto più importanti di quella italiana. Per questo gli ambientalisti chiedono anche l'intervento del Parlamento italiano. "Da anni ci battiamo per l’abolizione di questa pratica crudele e in occasione delle scorse elezioni abbiamo contattato i partiti politici chiedendo di sottoscrivere un impegno a vietare gli allevamenti di animali da pelliccia – si legge sul sito internet di Essere Animali -. Ora è necessario che gli impegni siano mantenuti e che anche in Italia sia introdotto un divieto che porti alla chiusura di tutte le altre strutture. Per questo torneremo a breve a farci sentire. La campagna non si ferma fino a quando il divieto non sarà legge".

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