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Caso Guerrina Piscaglia, pm chiede 27 anni per padre Gratien Alabi

Il pm ha chiesto la condanna del frate congolese per l’omicidio e la soppressione del cadavere di Guerrina Piscaglia, la 50enne sparita oltre due anni fa nell’Aretino.
A cura di Antonio Palma
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Una condanna a 27 anni di carcere per padre Gratien Alabi con l'accusa di omicidio e soppressione di cadavere. È quanto ha chiesto oggi in Aula davanti alla corte di assise il pm di Arezzo Marco Dioni durante la sua arringa nel processo per la scomparsa di Guerrina Piscaglia, la 50enne sparita oltre due anni fa in circostanze misteriose da Ca Raffaello, in provincia di Arezzo, e mai più ritrovata. Per i pm Guerrina Piscaglia non si è allontanata volontariamente ma è morta perché uccisa dal frate congolese, unico imputato nel processo, a seguito di un litigio avvenuto nell'ambito del loro rapporto. In particolare per il Pm il movente del delitto sarebbe da ricercare nell'innamoramento morboso di Guerrina per padre Gratien che provocava imbarazzo nel frate tanto da portarlo all'omicidio.

Nella sua requisitoria, durata oltre sette ore, il pubblico ministero ha ricostruito l'intera vicenda e pur ammettendo che "ci si muove in un ambito assolutamente indiziario", ha sottolineato gli strani comportamenti di padre Gratien oltre ad alcuni dettagli che lo incastrerebbero. Tra questi ultimi sicuramente quello dello sms partito dal cellulare della 50enne dopo la sua scomparsa e diretto a un prete nigeriano. "Guerrina Piscaglia non si è mai suicidata perché se lo avesse fatto il suo telefono sarebbe stato silente, invece si è riacceso fino alla mezzanotte del 24 agosto 2014", ben oltre  il primo maggio giorno della sua scomparsa.

Per la Procura non si può trattare nemmeno di un messaggio volontario della donna, che in un primo momento si pensava si fosse allontanata volontariamente, perché non conosceva quel prete che invece era persona nota a padre Gratien Alabi. A carico di quest'ultimo per gli inquirenti anche il personaggio di zio Francesco, l'uomo che avrebbe detto ad Alabi che Guerrina voleva incontrarlo ma che non è stato mai identificato e secondo il pm è totalmente di fantasia. "Padre Gratien in aula non ha saputo spiegare come fosse fatto zio Francesco fornendo risposte evasive o rispondendo con altrettante domande. Risposte che denotano il fatto di come il personaggio sia totalmente elaborato dalla fantasia di Alabi. Un'invenzione che è la firma sull'omicidio" ha insistito il magistrato.

Secondo Dioni, il frate con questo e altri episodi, avrebbe volontariamente depistato l'inchiesta facendo perdere almeno due mesi di indagini e impedendo il ritrovamento del cadavere di Guerrina Piscaglia. Infine il pm ha sottolineato la  "personalità spigolosa e avvezza a mentire del frate" ricordando anche il materiale ritrovato nel suo computer e definito "un arsenale porno".

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