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Tragedia del Raganello, in Calabria

Calabria, tragedia del Raganello: scatta il sequestro dell’area. “Allerta meteo ignorata”

La Procura di Castrovillari ha deciso di porre sotto sequestro probatorio l’area delle Gole del Raganello, a Cosenza, dove lunedì scorso la piena del torrente ha provocato la morte di 10 persone. Nel mirino dei pm ben 4 Comuni: oltre a quello di Civita, anche San Lorenzo Bellizzi, Cerchiara e Francavilla, sul cui territorio ricade il percorso sotto accusa: “Ma la tragedia si poteva evitare”
A cura di Ida Artiaco
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Entra nel vivo l'inchiesta della Procura di Castrovillari sul disastro della piena del torrente Raganello, a ridosso delle cime del Pollino, in Calabria, che ha provocato lo scorso lunedì 20 agosto la morte di 10 persone e il ferimento di altre 11, mentre 23 sono gli escursionisti tratti in salvo. Mentre tutta l'area in cui è avvenuta la tragedia è stata posta sotto sequestro probatorio, i carabinieri stanno eseguendo in queste ore la delega ricevuta dal procuratore capo Eugenio Facciolla, che ha aperto un fascicolo contro ignoti con le ipotesi di omicidio plurimo colposo, lesioni colpose inondazione e omissione di atti di ufficio. Sono ben quattro i comuni finiti nel mirino dei pm, sul cui territorio ricade il percorso sotto accusa: si tratta in primo luogo di Civita, dove i militari delle stazioni locali stanno acquisendo tutte le disposizioni dell'amministrazione in materia di gestione e prevenzione, poi San Lorenzo Bellizzi, Cerchiara e Francavilla. Altri atti riguardano direttamente il Parco nazionale del Pollino e le associazioni che organizzano le escursioni e le attività non autorizzate.

Intanto, continua la polemica su una tragedia che si sarebbe potuta evitare. Ad alimentare la discussione è stato il capo della Protezione civile Angelo Borrelli, che nella giornata di ieri ha visitato la zona del disastro e i feriti all'ospedale di Castrovillari. "C’era un’allerta gialla che prevede anche esondazioni improvvise che è stata ignorata – ha tuonato -. Bisogna tenerne conto, anche quando vengono diramate fosse una, dieci, cento volte". Sono stati proprio i sindaci dei comuni coinvolti a sottolineare, però, che "sia chiaro se colpe vi sono, devono essere perseguite fino in fondo, ma richiamare al rispetto del codice giallo sembra solo una comoda giustificazione, che non tiene conto della realtà. L’allerta gialla indica uno scenario caratterizzato da elevata incertezza previsionale, senza specifica indicazione dei luoghi interessati".

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