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Bufera sulla provincia di Napoli: Luigi Cesaro è indagato per camorra

Il presidente della Provincia di Napoli è indagato nell’ambito di un’indagine della Dda di Napoli. Da un interrogatorio all’avvocato Santonastaso, trapela che Cesaro era interessato ad un affare da 50 milioni di euro relativo ad appalti nel comune di Lusciano, in provincia di Caserta.
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giggin a purpett

Luigi Cesaro, presidente della Provincia di Napoli, è stato iscritto nel registro degli indagati nell'ambito di un'indagine della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli. E' Il Mattino, nella sua versione cartacea, a dare la notizia esclusiva del coinvolgimento di "Giggin ‘a Purpett" in reati di camorra. Il coinvolgimento di Cesaro nell'inchiesta emerge da alcune pagine di interrogatorio di Michele Santonastaso, l'avvocato dei clan, ascoltato lo scorso marzo e in carcere da 10 mesi.

La figura di Santonastaso, si ricorderà, emerse con prepotenza nell'ambito del processo Spartacus, nel 2008, quando l'avvocato di fronte alla corte chiamata a giudicare il clan dei casalesi, lesse un proclama contro Roberto Saviano e Rosaria Capacchione e presentò istanza di ricusazione, ovvero propose di sostituire un giudice, accusando la corte di farsi influenzare dalle parole dello scrittore e della giornalista.

Nel lungo interrogatorio, l'avvocato dei clan parla della sua carriera  e  del racconto dello pseudo-pentimento di Luigi Guida, originario del quartiere Sanità, diventato poi il pupillo di Cicciotto ‘e Mezzanotte, Francesco Bidognetti. Quella di Guida fu una carriera rapida e perennemente in ascesa, tanto che, dopo l'arresto del boss, divenne capoclan di uno dei 5 gruppi più potenti di Casal di Principe.

Mentre il contenuto dell'interrogatorio di Luigi Guida è al momento segreto, o talvolta coperto da omissis,  il coinvolgimento di Luigi Cesaro trapela chiaramente dalle dichiarazioni dell'avvocato Santonastaso. L'avvocato racconta che Guida, in un colloquio privato e fuori verbale gli fece presente il coinvolgimento della famiglia Cesaro (oltre che di Ferraro e di un altro politico) in un affare da 50 milioni di euro, un affare che aveva a che vedere con il Piano Regolatore del comune di Lusciano, in provincia di Caserta, e che aveva ad oggetto i Pip, Piani di insediamento produttivi.

Lui, Luigi Cesaro, non conferma di aver ricevuto alcun avviso di garanzia e  ha dichiarato:

Il copione è sempre lo stesso: il processo mediatico prima dell'eventuale comunicazione dovuta dagli organi giudiziari. Se effettivamente il mio nome fosse coinvolto nell'inchiesta giudiziaria la mia collaborazione con i magistrati, di cui ho assoluta fiducia, sarebbe totale e immediata. […]Posso solamente dire che sono assolutamente sereno perché questa è una storia, d'altronde vecchia e già ampiamente smentita, che non rischia assolutamente di macchiare la mia onorabilità.

“ Sono sereno. E' una storia che non rischia assolutamente di macchiare la mia onorabilità. ”
Luigi Cesaro
Ad ogni modo chi segue il caso è persuaso del fatto che sta per alzarsi un polverone che coinvolgerà amministrazione pubblica, politica e camorra e che già aveva portato alla ribalta il nome di Cesaro, seppur indirettamente, durante le scorse elezioni comunali di Quarto. Fece tanto discutere il caso di Armando Chiaro, coordinatore del Pdl in città, arrestato poche settimane prima delle elezioni e ugualmente eletto in comune. L'accusa per lui era di essere il referente del clan Polverino. Cesaro, non indagato nello stesso filone, ebbe però diversi colloqui con Chiaro, nel quale si discuteva dell'ingresso del gruppo Noi Sud nella coalizione del Pdl a Quarto, fortemente voluto da Cosentino.

Come riporta Il Fatto Quotidiano, in quell'occasione, Teresa Armato, senatrice del PD e componente della  Commissione Antimafia, commentò così l'incresciosa situazione:

Non solo il governo non si è adoperato per evitare che la campagna elettorale nella provincia di Napoli si svolgesse in un clima di collusioni, ma con grande preoccupazione apprendiamo che Armando Chiaro è stato eletto a Quarto ottenendo un largo consenso. Si tratta di uno scenario dai connotati davvero inquietanti di fronte al quale il governo e il Pdl continuano a tacere. Oggi ho presentato in Parlamento un’altra interrogazione per chiedere al governo di verificare che le elezioni del 15 e 16 maggio 2011 si siano svolte senza condizionamenti da parte della criminalità organizzata, soprattutto a seguito delle ultime intercettazioni denunciate dagli inquirenti locali tra l’eletto Armando Chiaro e il presidente della Provincia di Napoli Luigi Cesaro, aventi ad oggetto la strategia politica per il rinnovo del consiglio comunale di Quarto.

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