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Blitz del papà di una vittima di Rigopiano alla cena elettorale: “Giustizia per mio figlio”

Alessio Feniello, padre di Stefano, ha “sfidato” il governatore dell’Abruzzo e candidato al Senato per il PD Luciano D’Alfonso durante una sua cena elettorale. Sul suo tavolo ha messo una foto del figlio, morto a Rigopiano: “Oggi è Stefano il presidente di questa regione”.
A cura di Davide Falcioni
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Alessio Feniello, padre di Stefano – una delle 29 vittime dell’hotel Rigopiano – non si arrende e continua a chiedere con forza che venga fatta giustizia: ieri sera l'uomo ha "sfidato" il presidente della Regione Abruzzo Luciano D'Alfonso in un ristorante di Montesilvano, dove era in programma una cena elettorale con il governatore e candidato al Senato per il Partito Democratico: "Aspetto Luciano D’Alfonso – ha detto Feniello, che era insieme alla moglie – da qui non mi muovo, non ho fretta, dal 18 gennaio, da quando hanno ammazzato mio figlio, non ho più fretta".

Il "blitz" di Feniello rientra in realtà nel tentativo da parte delle vittime di Rigopiano di incontrare il Presidente della Regione Abruzzo, che però finora nel suo tour elettorale si è sempre negato: alcuni giorni fa ad Atri altri membri del comitato delle vittime (di cui Feniello non fa parte) avevano cercato un confronto, che anche in quel caso non era stato possibile. Anche per questo ieri sera Feniello, carico di rabbia, si è presentato nel ristorante ed ha aspettato il governatore. A nulla sono valsi gli inviti ad andarsene, né le raccomandazioni da più parte ricevute ad abbandonare la sala. Per quaranta minuti Feniello ha tenuto banco nel ristorante pronunciando insulti a D'Alfonso e trasmettendo il tutto in diretta su Facebook: "Il buffet si apre quando arriva D’Alfonso", ha detto Feniello. "Io quella roba non la mangio, sono abituato a mangiare pane e pomodoro, quelle cose potrebbero farmi male".

L’uomo si è anche seduto al posto riservato a D’Alfonso, piazzando sul tavolo anche la foto del figlio morto a Rigopiano: "Stasera è lui il presidente della Regione". Neanche l'intervento dei carabinieri ha persuaso Feniello. "Io da qui non mi muovo, dovete portarmi via con la forza. Vorrei vedere voi con un figlio morto a Riogopiano, sequestrato ed ucciso, dalle 11 di mattina a chiedere aiuto". In quel contesto di forte tensione D'Alfonso non si è presentato all'incontro chiesto dall'uomo e ben presto l'intera sala si è svuotata, fin quando i militari hanno deciso di perquisire Feniello. Solo successivamente, quando l'uomo ha deciso di andarsene, il governatore ha fatto il suo ingresso e l'evento elettorale si è svolto regolarmente.

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