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Bimba guarita dall’Aids: è stata curata con dei farmaci appena nata

Negli Stati Uniti una bambina nata con il virus Hiv è guarita grazie a una serie di cure messe in atto sin dal momento della sua nascita. La piccola del Mississippi nei suoi due primi anni e mezzo di vita non ha più dato segni di infezione.
A cura di Susanna Picone
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Negli Stati Uniti una bambina nata con il virus Hiv è guarita grazie a una serie di cure messe in atto sin dal momento della sua nascita. La piccola del Mississippi nei suoi due primi anni e mezzo di vita non ha più dato segni di infezione.

La storia che arriva dall’America dà molte speranze a tutte le persone sieropositive perché è la storia di quella che sembra una vittoria assoluta nella lotta contro l’Aids. A essere guarita dal virus dell’Hiv è una bambina che era stata infettata già nel grembo materno e che, dopo le cure, risulta oggi completamente sana. Non c’è più traccia del virus nella piccola nata in Mississippi: i medici l’hanno curata somministrandole sin dalle prime ore di vita dei farmaci. I risultati della cura sulla bambina americana sono stati illustrati dalla dottoressa Deborah Persaud, virologo della Johns Hopkins University di Baltimore: quando la bambina è nata, hanno spiegato in una conferenza, la madre era appena risultata positiva al test dell’Hiv e dunque, quando la piccola aveva solo 30 ore di vita e ancor prima di effettuare i test, le sono stati somministrati tre medicinali standard contro l’Hiv.

Il suo caso potrebbe aiutare tantissimi bambini in Africa – Ventinove giorni dopo l’inizio del trattamento nel sangue della piccola non è stata più trovata traccia del virus, poi il trattamento è continuato per 18 mesi per poi essere sospeso per i successivi 10 mesi. Quando la bambina ha ripreso le cure tutti i test cui è stata sottoposta, e che sono stati ripetuti anche più volte, sono risultati negativi. I ricercatori esortano comunque a restare cauti per il momento e a moderare gli entusiasmi, soprattutto perché si tratta di un caso isolato. Ma questo episodio, ne sono certi i ricercatori che hanno seguito il caso, potrebbe aprire la strada alla cura di centinaia di migliaia di bimbi che ogni anno nascono, soprattutto in Africa, affetti dall’Aids.

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