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Bangla tour, quando l’ultradestra di Roma va a caccia di immigrati da pestare

Un’inchiesta di Repubblica svela il nuovo “gioco” degli adolescenti della destra romana. Partire in squadra dalle sedi di Forza Nuova per andare a massacrare di botte uno straniero: “Noi siamo camerata e combattiamo l’immigrazione clandestina”.
A cura di Susanna Picone
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Picchiare uno straniero a caso. È questo il nuovo “gioco” degli adolescenti della destra di Roma. Cercare un “bengalino” e massacrarlo di botte. È il “Bangla tour”, l’orrore ricostruito da un’inchiesta del quotidiano Repubblica. Il quotidiano parla di gruppi di adolescenti che si riuniscono e partono dalle sedi di Forza Nuova alla ricerca di un povero malcapitato non italiano da picchiare. Ragazzi pronti a scattare al comando “camerata della destra romana, azione” e pronti a picchiare gente a caso. Repubblica parla del “Bangla tour” partendo dal pestaggio di un giovane del Bangladesh avvenuto una notte di maggio. Un pestaggio per il quale sono stati fermati due giovani. “Noi siamo camerata e combattiamo l’immigrazione clandestina”, avrebbero detto i due ragazzi alla polizia. Si tratta di un 19enne e di un 16enne: la loro vittima è finita in ospedale col labbro e il sopracciglio spaccati. Perché picchiare i bengalesi? "Perché sono tranquilli, prendono le botte e non denunciano". In quella notte di maggio un testimone vide dal suo balcone il pestaggio: i ragazzi chiesero d’accendere al bengalese, poi lo scaraventarono a terra picchiandolo con una violenza inaudita.

Indottrinamento dietro le spedizioni punitive – Il giovane immigrato, insultato per il colore della sua pelle, gli consegnò il cellulare. Ma a loro non interessava e infatti i due fermati lo gettarono via in un cassonetto. Il loro scopo era solo quello di picchiare il “bengalino”. I giovani furono rintracciati dopo aver perso uno dei loro cellulari e furono portati in commissariato. L’avvocato del 16enne ha parlato di un “indottrinamento”: “Dietro queste spedizioni punitive a mio avviso c'è un vero e proprio indottrinamento. Il mio assistito rispondeva alle mie domande come un invasato. Picchiare i bengalesi per lui non era solo un modo per divertirsi, mi spiegò, ma era una vera e propria crociata, una battaglia che doveva combattere a tutti i costi. Qualcuno, più grande di lui, lo aveva attirato a frequentare la sede di Forza Nuova e l'idea che mi sono fatto è che il Bangla Tour fosse una sorta di iniziazione per essere accettato nel gruppo”.

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