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Banche, Renzi: “Vicini all’accordo con la Commissione europea”

In un’intervista concessa a Beppe Severgnini del Corriere della Sera, il presidente del Consiglio tocca moltissimi temi, dalla Brexit al sistema bancario. Per quanto riguarda il referendum costituzionale si dice contrario al cosiddetto “spacchettamento”: “Si spacchetta a Natale, non è possibile fare il referendum à la carte”.
A cura di Charlotte Matteini
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matteo renzi premier

Vigilare sul sistema bancario italiano è una priorità per il presidente del Consiglio Matteo Renzi che, a colloquio con Beppe Severgnini del Corriere della Sera, ribadisce il suo impegno e dichiara che l'argomento resta al centro del dibattito politico e finanziario. Il presidente del Consiglio ha inoltre anticipato che sarebbe "a portata di mano" l'accordo tra il governo e la Commissione europea che riguarda la messa in sicurezza degli istituti bancari italiani gravati da crediti in sofferenza, rete di sicurezza che comunque non andrà a infrangere i limiti e i paletti imposti dalle regole europee. Notizia che sarebbe in parte confermata dall'apertura di credito del ministro della finanze francese, Michel Sapin, il quale avrebbe sostenuto la volontà di accogliere la richiesta di flessibilità pervenuta dal governo Renzi, spiegando che le regole sul rafforzamento pubblico degli istituti bancari "vanno applicate con intelligenza" sottolineando come "sia nostro (ovvero delle istituzione europee) dovere essere solidali".

"Sono più preoccupato dei derivati delle banche straniere che dei prestiti non performanti degli istituti italiani. Il nostro obiettivo è che i risparmiatori e i correntisti siano al sicuro", ha dichiarato a Beppe Severgnini e, proseguendo, Matteo Renzi ha sottolineato come quello degli istituti europei sia il vero problema, facendo riferimento al caso Deutsche Bank. "In Italia abbiamo una situazione particolare rispetto agli altri: forse bisognava fare un intervento sulle banche tempo fa, come fece ‘Merkel che mise 247 miliardi nelle banche tedesche, pensando che fosse una buona occasione per il sistema economico del suo paese".

Non solo banche e finanza, durante l'intervista al Corriere della Sera Renzi ha parlato di vari argomenti, tra cui il referendum costituzionale e la Brexit:"Il referendum sulla Brexit è stato il frutto di un compromesso con la minoranza interna del partito conservatore. Ma se c’è un insegnamento che arriva da quanto successo in Gran Bretagna è che non si possono utilizzare le istituzioni per regolare le questioni interne".

Sul referendum costituzionale del prossimo autunno, il presidente del Consiglio non si sbilancia sulle date, per ora le ipotesi sono il 9 ottobre oppure il 6 novembre, ancora non confermate. Riguardo l'ipotesi di uno "spacchettamento" dei quesiti referendari, come proposto dai Radicali, Renzi però non ha dubbi: è assolutamente contrario. "Si spacchetta a Natale. A mio avviso lo spacchettamento non sta in piedi, nel senso che capisco che semplificherebbe la comprensione se la domanda fosse secca ma è in ballo la Costituzione e la Costituzione ha delle regole e la maggioranza dei giuristi dicono che non è possibile spacchettare e fare il referendum à la carte". Matteo Renzi, inoltre, ha lanciato una sorta di appello al Movimento 5 Stelle, sostenendo di riporre fiducia nei loro confronti: "Non credo che gli elettori del M5S voteranno no alla riduzione del numero di Parlamentari e al cambiamento. I parlamentari del M5S temono di perdere la poltrona, i loro elettori invece le poltrone le vogliono tagliare davvero". Sulla questione Italicum, invece, il capo del Governo si dice pronto a cambiarlo, "se questa sarà la volontà del Parlamento, non sarà certo il governo ad impedirla".

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