Yara Gambirasio, Bossetti “smentito” dai suoi colleghi

Dopo giorni di silenzio Massimo Giuseppe Bossetti, il muratore di Mapello arrestato il 16 giugno scorso con l’accusa di aver ucciso Yara Gambirasio, si è difeso martedì scorso durante un interrogatorio con il pubblico ministero Letizia Ruggeri. Un interrogatorio durante il quale, da quanto si è appreso, Bossetti ha fatto il nome di due suoi colleghi che in qualche modo avrebbero potuto aiutare gli investigatori nelle indagini sul caso di Yara Gambirasio. Ma stando a quanto scrive il Corriere, Massimo Giuseppe Bossetti sarebbe stato smentito da quei colleghi. I due artigiani a cui aveva fatto riferimento il presunto assassino di Yara sarebbero stati già ascoltati ma non avrebbero fornito alcun dettaglio davvero utile alle indagini. I due colleghi di Bossetti con il loro racconto non avrebbero insomma provocato particolari reazioni tra gli uomini dei carabinieri e della polizia. Entrambi avrebbero infatti solo confermato che l’indagato perdeva spesso sangue dal naso, circostanza chiarita dallo stesso Bossetti. Perdeva spesso sangue e questo accadeva anche durante il lavoro. Ma nessuno dei due avrebbe ricordato intrusioni in cantiere e furti di materiali. Il muratore di Mapello da parte sua ha sostenuto che il suo sangue poteva essere finito su alcuni attrezzi poi usati da chi avrebbe ucciso Yara.
La prova del dna e il video davanti alla palestra di Yara
Mentre si cercano conferme sui racconti dei testimoni, gli investigatori continuano anche a indagare sugli elementi che possano ricondurre Massimo Giuseppe Bossetti a Yara Gambirasio prima del 26 novembre del 2010, giorno della scomparsa della ragazzina da Brembate Sopra. Al momento la “prova regina” contro il muratore di Mapello è quella del Dna – è lui secondo la scienza l’”Ignoto 1” che ha lasciato le sue tracce sul corpo della vittima – ma ci sono altri elementi al vaglio degli investigatori. Come ad esempio un video di cui si è parlato nei giorni scorsi: una telecamera della stazione di servizio di via Locatelli a Brembate Sopra, nei pressi della palestra dove si allenava la piccola Yara, ha filmato il passaggio di un furgone che sembra essere quello del presunto assassino. Un furgone che passava davanti alla palestra di Yara Gambirasio il giorno della sua scomparsa, pochi minuti prima che la ragazzina salutasse per l’ultima volta le sue amiche.