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Volante della polizia assaltata da manifestanti per liberare un compagno: tensione a Torino

In azione una cinquantina di autonomi dei centri sociali e anarchici che hanno circondato un’auto della polizia per liberare un uomo che doveva essere accompagnato in un centro di rimpatrio dopo un fermo in strada.
A cura di Antonio Palma
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Tensione a Torino nel tardo pomeriggio di oggi quando un gruppo di persone appartenenti all’area Antagonista e dei Centri sociali ha assaltato una volante della polizia per liberare un loro compagno fermato nelle ore precedenti e destinato al rimpatrio in quanto extracomunitario non regolare sul territorio italiano. L'uomo, di origini marocchine, doveva essere accompagnato in un centro di rimpatrio ma la volante su cui era stato caricato è stata intercettata dai manifestanti, che si erano già riuniti sotto la Questura, e quindi presa d'assalto.

Alcuni dei circa cinquanta manifestanti hanno cercato di aprire le portiere dell'auto e preso a calci e pugni la volante prima che intervenissero altri agenti fermando il gruppo. Nel parapiglia che si è creato sarebbero state danneggiate anche alcune auto in sosta davanti alla Questura, nel centro della città. Il video è stato mostrato nell'edizione serale del Tg1.

Quattro manifestanti che avrebbero partecipato all'azione sono stati fermati e portati in Questura mentre gli altri del gruppo hanno proseguito la protesta spostandosi in corteo tra le strade del capoluogo piemontese verso la vicina piazza XVIII.

Secondo quanto ricostruito finora, tutto pare sia iniziato la scorsa notte quando il cittadino straniero è stato sorpreso da una volante a scrivere alcune frasi su un muro di un sottopasso alla periferia di Torino. Pare si trattasse di frasi contro le forze dell'ordine. Il giovane quindi è stato fermato e condotto in Questura dove è scattata la procedura di rimpatrio perché sprovvisto di documenti regolari.

Le prime tensioni già in mattinata quando una decina di antagonisti suoi compagni si sarebbero presentati una sede di Asl nel quartiere torinese di Mirafiori dove lo straniero era stato portato dopo la denuncia all'Ufficio Immigrazione. Poi la protesta davanti alla Questura e infine l'azione contro l'auto della polizia che avrebbe dovuto accompagnare il fermato in un centro di rimpatrio.

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