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Vittorio Buccioli trovato morto dopo 8 giorni di ricerche, il figlio: “L’ho individuato con il gps della moto”

Il corpo di Vittorio Buccioli, 58 anni, è stato ritrovato martedì 29 luglio, dopo otto giorni di ricerche. Il cadavere dell’uomo, deceduto forse a seguito di un incidente con la moto, giaceva in un fosso lungo la strada che era solito percorrere per tornare a casa. Il figlio l’ha individuato usando un Airtag collegato alla moto: “Lì i soccorsi non hanno mai cercato a piedi”.
A cura di Eleonora Panseri
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Vittorio Buccioli, 58 anni.
Vittorio Buccioli, 58 anni.

Il corpo di Vittorio Buccioli, 58 anni, è stato ritrovato ieri, martedì 29 luglio, dopo otto giorni di ricerche. Il cadavere dell'uomo, deceduto forse a seguito di un incidente con la moto, giaceva in un fosso lungo la strada che era solito percorrere per tornare a casa.

Dopo aver trascorso la serata del 21 luglio a Marina Romea, nel Ravennate, il 58enne non era rientrato e i familiari, preoccupati, si erano rivolti subito ai Carabinieri per denunciarne la scomparsa. A fare la tragica scoperta è stato suo figlio, Erik, che in un'intervista a Il Resto del Carlino, ha ripercorso la vicenda.

"Mi sono messo a cercare da solo. Sapevo che la moto aveva un AirTag collegato al telefono di mio padre. Ma per accedervi serviva la password dell’ID Apple. Ho chiesto aiuto a un amico che lavora nel settore. I Carabinieri mi avevano detto che ci sarebbero voluti due mesi per ottenere quei dati. Io in una settimana li ho avuti".

In pochi minuti, spiega ancora, ha rintracciato il dispositivo e si è recato sul luogo indicato. "Alle 11.29 ho ricevuto la password, alle 11.31 ho trovato mio padre: due minuti dopo".

Secondo il giovane, i Carabinieri avrebbe fin da subito seguito l'ipotesi dell'allontanamento volontario. Una tesi che, tuttavia, avrebbe contribuito a rallentare le indagini e a portare gli investigatori lontano dal luogo del ritrovamento.

"Io continuavo a ripetere che era impossibile. – ha raccontato Erik – Mio padre era una persona stabile, con una vita normale, legato alla famiglia. Ho insistito: “Lui ha avuto un incidente, dovete cercarlo”. Ma non mi hanno ascoltato".

Ed è proprio a meno di un chilometro da casa, in via delle Maone, tra l’erba alta, che il ragazzo ha trovato suo padre: "Era il percorso che faceva sempre, passando dal ponte mobile, via Baiona e via delle Maone. Lì i soccorsi non avevano mai cercato a piedi, solo in auto. In compenso, avevano battuto un secondo possibile tragitto, lungo la Romea", aggiunge.

Le ricerche del 58enne, ricorda ancora il figlio, sarebbero iniziate soltanto mercoledì 23 luglio, due giorni dopo la denuncia. "Ma già martedì erano arrivati i volontari dell’associazione Penelope, che ringrazio. Loro hanno attivato squadre, mandato i cani. Prima delle istituzioni. E questo per me è inspiegabile", ha raccontato Erik.

"Era una persona buona. C’era per tutti. – ha detto ancora parlando del padre – Amava le moto, ma anche la pesca, il fai da te. Pensava al futuro, a cosa avrebbe fatto da ottobre, quando sarebbe andato in pensione. Aveva un sacco di progetti".

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